25 novembre: il messaggio del papà di Giulia Cecchettin – “Parlate, denunciate” – una chiamata all’azione contro l’ingiustizia

Manifestazioni a Roma e Messina contro la violenza sulle donne

Oggi, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si terranno due manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo grave problema. La prima avrà luogo al Circo Massimo di Roma alle 14:00, mentre la seconda si svolgerà a Messina. Entrambe le sedi sono state scelte per protestare contro “la violenza patriarcale” e per denunciare le politiche e le retoriche del governo che, secondo gli organizzatori, non solo non contrastano efficacemente la violenza, ma addirittura la consolidano in tutti gli ambiti della vita.

Gino Cecchettin lancia un messaggio di denuncia

In questa giornata dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne, Gino Cecchettin, padre di Giulia, vittima di un femminicidio per mano del suo ex fidanzato Filippo Turetta, ha deciso di utilizzare i social media per inviare un messaggio forte e chiaro. “Parlate, denunciate, fidatevi”, scrive Cecchettin, accompagnando le sue parole con l’immagine di un nastro rosso, simbolo universale per sensibilizzare sul tema dei femminicidi. Un appello che mira a incoraggiare le donne a rompere il silenzio, a denunciare gli abusi subiti e a fidarsi delle istituzioni e delle organizzazioni che si occupano di contrastare la violenza di genere.

La lotta contro la violenza patriarcale

Le manifestazioni di oggi rappresentano un momento di grande importanza nella lotta contro la violenza patriarcale. Gli organizzatori sottolineano che la violenza sulle donne non è solo un problema individuale, ma un fenomeno radicato nella società e sostenuto da politiche e retoriche che ne alimentano la diffusione. La violenza di genere si manifesta in molti ambiti della vita, dalla scuola alla famiglia, dalle relazioni interpersonali agli ospedali, dai tribunali alle politiche pubbliche. È quindi fondamentale denunciare e contrastare non solo i singoli episodi di violenza, ma anche le strutture e le dinamiche che li rendono possibili. Solo attraverso una presa di coscienza collettiva e un impegno concreto sarà possibile porre fine a questa grave forma di violenza e garantire alle donne il diritto fondamentale alla sicurezza e alla dignità.