25 novembre: manifestazione in piazza contro la violenza sulle donne

Oggi si tiene a Roma il raduno al Circo Massimo per il corteo fucsia organizzato dalle attiviste di Non una di meno in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La partenza è prevista per le 14.30 e la marcia si snoderà fino a piazza San Giovanni. Le attiviste si aspettano una partecipazione numerosa, superiore agli anni precedenti, a causa dell’attenzione crescente dopo gli ultimi femminicidi, in particolare quello di Giulia Cecchettin.

La Rete di Non una di meno ha sottolineato che questa manifestazione è solo l’ultimo atto di una serie di mobilitazioni che si sono svolte in molte città italiane negli ultimi giorni. “Non vogliamo bandiere politiche, né sindacali”, affermano le attiviste. L’obiettivo è quello di unire tutte le persone che sono contrarie alla violenza patriarcale, senza distinzioni di nazionalità, religione o orientamento politico.

La bandiera della Palestina e la lotta contro tutte le violenze

C’è stata una discussione riguardo alla presenza delle bandiere pro Palestina durante il corteo. Secondo le attiviste di Non una di meno, portare la bandiera della Palestina significa sostenere un popolo oppresso che sta subendo violenze e che non ha un riconoscimento internazionale. “Noi siamo contro tutte le violenze e non esistono vittime di serie A e di serie B”, affermano le attiviste. La violenza patriarcale si manifesta anche nei paesi colonizzati e non riconosciuti come tali, verso popoli che non hanno la possibilità di autodeterminarsi. Inoltre, la guerra stessa ha radici patriarcali e colpisce in particolare i corpi delle donne e delle persone razzializzate e non conformi.

Elena Cecchettin e la lotta continua

La partecipazione di Elena, sorella di Giulia Cecchettin, è stata sottolineata come un simbolo di unità e solidarietà. “Siamo tutte Elena Cecchettin, lei è qui con tutte noi”, afferma il gruppo di Non una di meno. Anche se Elena non parteciperà fisicamente al corteo, le attiviste portano avanti la sua voce e la sua lotta. Le parole di Elena hanno risuonato in tutte le donne che si battono contro la violenza di genere. La sua presenza simbolica è un richiamo alla necessità di continuare a combattere per un mondo libero da violenze e discriminazioni di ogni tipo.