Un traguardo storico per il San Gallicano
Oggi, il San Gallicano di Roma celebra un’importante pietra miliare: 300 anni di dedizione alla comunità. Questo prestigioso ospedale, affettuosamente soprannominato “l’ospedalone” dai romani e dai trasteverini, ha svolto un ruolo cruciale come punto di riferimento per l’assistenza e la cura dei più vulnerabili nel corso dei secoli. La celebrazione, tenutasi nella capitale, ha messo in evidenza non solo la storicità dell’ospedale, ma anche i valori fondamentali che ne hanno ispirato la fondazione e che continuano a guidarne il percorso.
Le origini del San Gallicano
Fondato nel 1725, il San Gallicano è rapidamente diventato un faro nel campo della dermatologia e della venereologia, distinguendosi anche per il suo innovativo modello architettonico. Nel 1939, l’ospedale è stato riconosciuto come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs), dimostrando la sua capacità di adattarsi alle crescenti esigenze di ricerca e assistenza, trasferendosi nel 2000 nella moderna sede dell’Eur.
L’origine del nome
Il nome dell’ospedale deriva da Flavio Gallicano, un console romano vissuto intorno al 330 d.C.. Secondo gli Acta S. Gallicani, Gallicano si distinse per le sue virtù e le sue imprese militari in Tracia, guadagnandosi l’ammirazione dell’imperatore Costantino I. La sua profonda fede lo portò a dedicarsi all’assistenza dei pellegrini, dei poveri e degli infermi, allontanandosi dalla vita politica. Dopo l’ascesa al trono dell’imperatore Giuliano, sostenitore del paganesimo, Gallicano fu costretto a fuggire da Roma e morì martire nel 362 ad Alessandria, continuando la sua opera di carità.
Nel corso dei secoli, la tradizione di Gallicano si è intrecciata con quella di tre istituzioni che operano in sinergia: gli Istituti fisioterapici ospitalieri (Ifo), l’Inmp (Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà) e la Comunità di Sant’Egidio. Queste realtà, pur avendo missioni diverse, condividono una visione comune: mettere al centro delle loro attività la persona e la sua fragilità, con uno sguardo rivolto a un futuro sempre più inclusivo.
Celebrazioni e messaggi istituzionali
A inaugurare i festeggiamenti sono stati il ministro della Salute Orazio Schillaci, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. I tre hanno sottolineato l’importanza di questo anniversario come un ponte tra il passato e le sfide future della sanità e dell’assistenza sociale.
“Il San Gallicano non è solo un pezzo di storia della nostra sanità”, ha dichiarato il ministro Schillaci, “ma un esempio concreto di come l’impegno per la salute pubblica possa trasformarsi in un’eredità duratura”. Rocca ha aggiunto che “è doveroso celebrare la prima struttura al mondo dedicata alle malattie della pelle”, evidenziando come, nonostante i progressi, il bisogno di assistenza per i più fragili rimanga una realtà attuale.
Monsignor Paglia ha richiamato l’attenzione sulla necessità di una nuova creatività per affrontare le sfide contemporanee, affermando che “qui nessuno è straniero”. Livio De Angelis, direttore generale degli Ifo, ha ribadito l’importanza di preservare i valori di equità e gratuità nella sanità pubblica, sottolineando il lavoro quotidiano per mantenere la tradizione di eccellenza clinica e scientifica.
Un presidio di inclusione sociale
Il venerabile San Gallicano ha mantenuto la sua vocazione originaria, continuando a operare come presidio per la cura e l’inclusione sociale. Cristiano Camponi, direttore generale dell’Inmp, ha evidenziato come l’istituto si impegni quotidianamente per contrastare le disuguaglianze di salute, collaborando con enti pubblici e privati.
Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, ha descritto l’ospedale come un “ospedale da campo”, dove si salvano vite insieme, con particolare attenzione verso i più fragili. “La prima parola che si impara qui è amicizia”, ha affermato, sottolineando l’importanza di rispondere in modo personalizzato ai bisogni di ciascuno.
L’evento ha anche offerto l’opportunità di esplorare la storia dell’ospedale attraverso una lecture di Maria Conforti, storica della medicina, e di approfondire il suo ruolo sanitario e sociale, con interventi di esperti del settore. Il San Gallicano, quindi, non è solo un luogo di cura, ma un simbolo di solidarietà e inclusione, pronto ad affrontare le sfide del futuro con rinnovato impegno.