A febbraio 2025, disoccupazione in Italia al 5,9%, Eurozona a 6,1%: segnali positivi nel mercato del lavoro

disoccupazione in calo in italia con 47mila nuovi posti di lavoro e un tasso al 5,9%, ma persistono sfide per i giovani laureati e la fuga di cervelli
"Disoccupazione in Italia al 5,9% e Eurozona al 6,1% a febbraio 2025: segnali positivi nel mercato del lavoro." "Disoccupazione in Italia al 5,9% e Eurozona al 6,1% a febbraio 2025: segnali positivi nel mercato del lavoro."
disoccupazione in italia al 5,9% a febbraio 2025, segnali di ripresa nel mercato del lavoro rispetto all'eurozona al 6,1%

A febbraio 2025, l’Italia registra un significativo cambiamento nel panorama lavorativo, con un tasso di disoccupazione che scende al 5,9%, un livello che non si vedeva dal lontano aprile 2007. Le statistiche dell’Istat rivelano un notevole aumento nel numero di occupati , con 47mila nuovi posti di lavoro creati rispetto a gennaio e un incremento di ben 567mila rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Questo porta il totale degli occupati a 24 milioni e 332mila, con un tasso di occupazione che sale al 63%.

Disoccupazione in Eurozona e Unione Europea

A livello europeo, i dati sono altrettanto promettenti. La disoccupazione nell’area euro si attesta al 6,1%, in diminuzione rispetto al 6,2% di gennaio. Nella più ampia Unione Europea , il tasso è sceso al 5,7%, rispetto al 5,8% del mese precedente. Queste informazioni, fornite da Eurostat , evidenziano un trend positivo, con l’Italia che si colloca al di sotto della media dell’ Eurozona . Tuttavia, alcuni paesi continuano a presentare tassi di disoccupazione più elevati, come la Spagna con un 10,4% e la Grecia con un 8,6%. Al contrario, Polonia, Malta e Germania mostrano i tassi più bassi, rispettivamente al 2,6%, 2,7% e 3,5%.

Un’analisi demografica del mercato del lavoro

L’analisi dell’Istat va oltre i semplici numeri della disoccupazione , offrendo un’analisi dettagliata della composizione demografica della forza lavoro. Francesco Maria Chelli , presidente dell’Istat, ha evidenziato come negli ultimi venti anni si sia assistito a un vero e proprio “boom” dei lavoratori over 50 . Nel 2024, l’occupazione ha raggiunto i 23 milioni e 932mila occupati , con un incremento di 352mila rispetto all’anno precedente. Tuttavia, la situazione è complessa: mentre il numero di occupati tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni è diminuito di oltre due milioni, gli over 50 hanno visto un aumento di quasi 5 milioni.

La fuga dei cervelli e il ritorno a casa

Un altro tema cruciale emerso dall’audizione di Chelli presso la Commissione parlamentare di inchiesta è la fuga dei cervelli . Tra il 2013 e il 2022, oltre un milione di giovani italiani ha deciso di trasferirsi all’estero, con 352mila di loro nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni. Di questi, più di 132mila erano laureati al momento della partenza. I rimpatri, tuttavia, sono stati notevolmente inferiori, con solo 104mila giovani della stessa fascia d’età che sono tornati in patria, di cui oltre 45mila erano laureati . Questo porta a un saldo negativo di oltre 87mila giovani laureati , evidenziando una perdita netta per il paese.

Nel solo 2022, il saldo negativo è stato di 12mila individui, con i giovani laureati che si sono principalmente diretti verso Germania e Regno Unito. Questi dati pongono interrogativi importanti sulle politiche di attrazione e retention dei talenti in Italia, in un contesto di crescente competizione globale.

La situazione attuale del mercato del lavoro italiano, pur mostrando segnali di ripresa, richiede un’attenzione particolare per affrontare le sfide demografiche e garantire un futuro sostenibile per i giovani professionisti del paese.

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