“Achille Funi: l’arte del Novecento tra storia e mito”

La città natale di Virgilio Socrate Achille Funi, Ferrara, gli rende omaggio con una vasta rassegna antologica intitolata ‘Tra storia e mito’. L’evento è organizzato dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Servizio Musei d’Arte del Comune e si terrà dal 28 ottobre al 25 febbraio a Palazzo dei Diamanti.

La carriera di Funi tra i movimenti artistici del Novecento

Funi è stato un artista di spicco che ha attraversato i principali movimenti artistici italiani della prima metà del Novecento. Dopo aver fatto parte dell’ala moderata del futurismo, si è distinto nel Realismo magico, nel moderno classicismo di Novecento e nel muralismo degli anni Trenta, mantenendo sempre una forte autonomia.

L’amore per i miti classici e la sapienza rinascimentale

Funi era innamorato dei miti classici e della sapienza rinascimentale, tanto da essere considerato un moderno umanista. Ha saputo celebrare “l’eternità della vita nell’arte” attingendo sia ai valori formali della tradizione figurativa antica che al linguaggio più attuale di artisti come Cézanne, Picasso, Derain e de Chirico.

Un’occasione per rileggere l’intera parabola creativa di Funi

La mostra offre al pubblico l’opportunità di rileggere l’intera parabola creativa di Funi attraverso più di 120 opere, tra cui i suoi massimi capolavori. Saranno esposti dipinti ad olio e a tempera, acquerelli, disegni a carboncino e a sanguigna, oltre ai cartoni preparatori per i grandi affreschi e mosaici.

Il percorso espositivo

Il percorso espositivo inizia con le prime prove accademiche di Funi, per poi passare alla sua fase futurista di segno moderato, influenzata da artisti come Boccioni, Carrà, Russolo e Bonzagni. Successivamente, il visitatore sarà accompagnato attraverso le tappe del Ritorno all’ordine, delle opere degli anni Trenta e Quaranta e infine della stagione della pittura murale.

La pittura murale di Funi

Funi, insieme a Sironi, ha dato nuovo slancio alla tradizione italiana dell’affresco e del mosaico, impegnandosi nella decorazione dei nuovi edifici pubblici promossi dal regime. La mostra si conclude con questa fase della sua carriera, che ha contribuito a valorizzare l’arte italiana nel contesto dell’attività edilizia e urbanistica dell’epoca.