Alberto Stasi parla del caso Garlasco: “Garantista, ma la verità deve emergere”

Alberto Stasi parla delle sue emozioni e della nuova indagine sul caso Poggi, esprimendo speranza per la verità e chiarendo la sua posizione riguardo ad Andrea Sempio.
ALT: Alberto Stasi discute il caso Garlasco, sottolineando l'importanza della verità e il principio garantista. ALT: Alberto Stasi discute il caso Garlasco, sottolineando l'importanza della verità e il principio garantista.
Alberto Stasi discute il caso Garlasco nel 2025, sottolineando l'importanza del garantismo e della ricerca della verità

Alberto Stasi e la nuova indagine sul caso Poggi

Alberto Stasi, attualmente condannato per l’omicidio di Chiara Poggi, ha rilasciato un’intervista esclusiva a Le Iene, in cui ha condiviso le sue emozioni in seguito all’apertura di una nuova indagine sul caso di Garlasco. “Sento un vero e proprio tsunami di emozioni“, ha affermato Stasi, esprimendo la sua speranza che la verità possa finalmente venire a galla. “Desidero che tutto ciò che deve venire alla luce venga rivelato”, ha aggiunto, mostrando fiducia nel fatto che la situazione possa essere chiarita.

La nuova inchiesta e Andrea Sempio

La recente inchiesta, condotta dalla procura di Pavia e dai carabinieri del nucleo investigativo di Milano, ha portato all’indagine di Andrea Sempio, un amico di Marco Poggi, il fratello di Chiara. Stasi ha chiarito di non aver mai avuto contatti con Sempio, eccetto un’occasione nel 2017, quando l’amico di Marco era stato indagato e successivamente archiviato. “Non l’ho mai visto né sentito, non fa parte della mia cerchia di amici”, ha specificato.

La posizione attuale di Stasi

Riguardo alla sua situazione attuale, Stasi ha dichiarato: “Tra pochi mesi potrei essere a casa, quindi non sono questi ultimi mesi a fare la differenza per me. Ho motivazioni più profonde”. Ha raccontato di aver fatto progressi durante la detenzione, iniziando a lavorare all’esterno e a trascorrere più tempo con la sua famiglia. “Ho cercato di andare avanti”, ha detto, mentre parlava nello speciale ‘Inside’ delle Iene, previsto in onda su Italia 1 il 30 marzo.

Una condanna paragonata a una diagnosi

Stasi ha paragonato la sua condanna a una diagnosi di cancro, affermando che è qualcosa che si deve affrontare. “Ho la leggerezza della coscienza che mi sostiene. È difficile da spiegare, ma non avere il peso di ciò che è accaduto mi permette di vivere questa situazione come un brutto incidente della mia vita”, ha dichiarato. Quando gli è stato chiesto come si possa liberare dall’etichetta di “colpevole”, ha risposto: “Non so se si possa davvero staccare di dosso”.

La ricerca della verità

La questione della verità e della giustizia rimane centrale nel discorso di Stasi, che si è dichiarato “assolutamente garantista”, ma ha anche sottolineato l’importanza di non temere la verità. “Non c’è motivo di sottrarsi a nessun tipo di accertamento”, ha concluso, lasciando intendere che la ricerca della verità è fondamentale per tutti, compreso lui stesso.

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