Alfredo Altavilla: la collaborazione con le aziende cinesi è la chiave per l’industria europea

Alfredo Altavilla, special advisor di Byd, avverte che le attuali politiche europee rischiano di danneggiare i costruttori locali e propone una maggiore cooperazione con le aziende cinesi nel settore automobilistico.
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Le recenti dichiarazioni di Alfredo Altavilla, special advisor per l’Europa di Byd, hanno acceso un vivace dibattito sulla direzione futura dell’industria automobilistica europea. Durante la presentazione del libro ‘Le grandi ipocrisie sul clima’ a Milano, Altavilla ha sottolineato la necessità di cambiare approccio nel confronto tra le aziende europee e quelle cinesi, in particolare nel settore delle auto elettriche. Le sue affermazioni evidenziano preoccupazioni riguardo all’impatto delle politiche attuali, incluso il Green deal.

Le sfide del green deal e la scomparsa dei costruttori europei

Il Green deal, iniziativa europea finalizzata a rendere l’economia dell’Unione più sostenibile, è stato criticato da Altavilla per il suo potenziale di nuocere ai costruttori locali. Secondo lui, le norme attualmente in vigore potrebbero non solo ostacolare la crescita delle aziende europee, ma favorire la loro scomparsa. Questo fenomeno viene descritto come una sorta di “suicidio assistito” del mercato. La preoccupazione è che se le politiche non vengono riformulate, ci sarà un definitivo svantaggio competitivo per i produttori dell’Unione rispetto a quelli cinesi.

L’indicazione di Altavilla è chiara: è fondamentale rivedere queste politiche rendendole più compatibili con le dinamiche del mercato globale. Oltre a questo, la sua visione suggerisce che non sono solamente i dazi che devono essere messi in discussione, ma l’approccio complessivo delle istituzioni europee nei confronti dei produttori cinesi. Un’opzione può essere quella di trovare un equilibrio tra competitività e cooperazione, evitando di collocarsi in una posizione difensiva.

Il ruolo dei dazi e la necessità di innovazione

Altavilla ha anche fatto riferimento all’inefficacia degli attuali dazi imposti sulle auto cinesi. A suo avviso, queste misure non hanno avuto l’effetto desiderato, anzi, hanno rallentato l’innovazione e impedito scambi produttivi di tecnologie. Le aziende europee, per mantenere un vantaggio competitivo, devono invece guardare a modelli di collaborazione piuttosto che a barriere protezionistiche.

La corsa alle auto elettriche e le tecnologie emergenti come la guida autonoma pongono sfide uniche per i produttori europei, che, secondo Altavilla, devono sviluppare alleanze strategiche con i costruttori cinesi, sempre più avanzati in queste aree. La sinergia potrebbe portare a sviluppi tecnologici rapidi ed efficienti, finalizzati a soddisfare le crescenti esigenze del mercato globale.

Il futuro della regolamentazione del mercato automobilistico

Un’altra critica di Altavilla si rivolge alla regolamentazione vigente nel settore automobilistico. L’idea che dal 2035 si debbano eliminare totalmente i veicoli termici sembra una strategia miope. Historicamente, i consumatori hanno sempre avuto la libera scelta tra diverse tecnologie, come è successo durante la transizione al 5G senza che il 4G fosse completamente abolito. Creare divieti rigidi sul mercato non solo è controproducente, ma rischia di allontanare i consumatori.

Secondo Altavilla, il settore ha bisogno di regole più intelligenti e flessibili, capaci di adattarsi all’evoluzione delle pratiche d’acquisto e delle tecnologie. Queste dovrebbero favorire il dialogo tra produttori e consumatori, creando un contesto in cui l’innovazione possa prosperare senza imposizioni crippling.

In sintesi, le affermazioni di Alfredo Altavilla offrono uno spunto di riflessione sul futuro dell’industria automobilistica europea, puntando soprattutto sulla necessità di cooperazione con le aziende cinesi e sull’importanza di un approccio regolatorio più aperto e responsivo alle reali esigenze del mercato.

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