Le indagini recenti condotte dalla magistratura hanno rivelato un inquietante sistema di autorizzazioni sospette che collega la Sicilia a Roma , ponendo interrogativi seri sulla gestione del servizio di noleggio con conducente ( NCC ). L’ ANAR , l’ Associazione Nazionale Autonoleggiatori , ha lanciato un allerta che dura da anni, ma le risposte del Comune di Roma sono state finora insoddisfacenti. Ora, l’associazione richiede un intervento diretto del Prefetto di Roma per affrontare questa situazione critica.
Un complesso intreccio di autorizzazioni, rilasciate da comuni siciliani come Ragusa , Modica e Comiso , viene sfruttato sistematicamente nella capitale, creando un sistema che sembra privo di controlli adeguati. Chi si occupa realmente di monitorare questi NCC ? Perché le autorità competenti, in particolare il Comune di Roma , sembrano assistere in silenzio a tale situazione? Le recenti carte processuali emerse dal procedimento penale presso il Tribunale di Ragusa rivelano una realtà allarmante.
Documenti che parlano chiaro
“Non stiamo parlando di mere supposizioni – afferma Ivano Fascianelli, rappresentante dell’ ANAR – ma di atti giudiziari che dimostrano senza ombra di dubbio le anomalie di un sistema che, anziché garantire un servizio regolamentato, sembra prosperare nella confusione normativa.” Fascianelli racconta un episodio emblematico: un noleggiatore, consapevole delle irregolarità, ha tentato di mettersi in regola presentando documenti al Gruppo Pronto Intervento Traffico di Roma Capitale ( GPIT ). Questi documenti attestavano il regolare rientro del veicolo nella rimessa a Modica , un viaggio che richiede oltre dodici ore, compreso il traghetto. Tuttavia, la denuncia dell’ ANAR era già stata presentata e i transiti nelle ZTL di Roma e Fiumicino avevano già svelato il raggiro: quel veicolo non era mai tornato in Sicilia .
Questo tentativo maldestro di nascondere evidenti irregolarità non è un caso isolato, ma rappresenta la prassi di un sistema che si regge sulla mancata applicazione delle regole. “Si tratta di un’anomalia grave che meriterebbe un’indagine approfondita da parte delle istituzioni e delle forze dell’ordine”, aggiunge Fascianelli.
Giustizia a due velocità
Un altro aspetto preoccupante è la disparità di trattamento tra chi denuncia e chi è accusato. “Mi sono trovato più volte a testimoniare in tribunale a Ragusa come testimone del Pubblico Ministero , mentre i noleggiatori coinvolti sembrano affrontare il procedimento con una calma quasi beffarda”, racconta Fascianelli. Questo paradosso evidenzia come chi opera nella legalità debba combattere su più fronti, mentre chi elude le regole continua a farlo indisturbato, protetto da un sistema di controlli assente e da un’amministrazione comunale che sembra non accorgersi di nulla.
Un assessore che minimizza
“Di fronte a questa situazione, il Comune di Roma non ha preso provvedimenti concreti. Anzi, il sindaco Gualtieri ha liquidato la questione parlando di ‘abusivismo relativo’, un’espressione che evidenzia la distanza tra l’amministrazione e la gravità del problema”, spiega Fascianelli. Come può un sistema che altera il mercato e mina la legalità essere considerato relativo? L’assessore Eugenio Patanè, in un incontro pubblico, ha ammesso che il problema è noto e che alcuni NCC non rientrano mai nella loro rimessa. “In un Paese normale, questa affermazione avrebbe dovuto portare a interventi immediati e sanzioni esemplari”, aggiunge.
Eppure, nulla è stato fatto. “Se tutto ciò non fosse già abbastanza grave, c’è un ultimo dettaglio che aumenta l’indignazione: il silenzio dell’amministrazione e l’atteggiamento dell’assessore Patanè, che osserva tutto questo con un immobilismo inspiegabile. Così, mentre l’ ANAR è costretta a rivolgersi alle procure di tutta Italia , Roma sembra diventata un terreno fertile per una diffusa impunità”, conclude con amarezza Fascianelli.
Intervenga il prefetto: Roma merita legalità
“Di fronte a un’amministrazione incapace di far rispettare le regole, l’unica soluzione è un intervento del Prefetto di Roma . È inaccettabile che un servizio pubblico essenziale come il trasporto urbano venga gestito in questo modo. È inaccettabile che il Comune minimizzi un fenomeno che ha risvolti economici e legali enormi, a danno dei cittadini e degli operatori onesti”, afferma con determinazione Fascianelli.
“Questa non è solo una battaglia di categoria, ma una questione di giustizia. Pertanto, nelle prossime ore presenteremo una richiesta formale al Prefetto di Roma affinché prenda in mano la situazione e imponga una verifica immediata su tutte le autorizzazioni sospette. Roma merita legalità. Roma merita trasparenza. Chi governa questa città ha il dovere di garantirla”, conclude con fermezza il rappresentante dell’ ANAR .