Anna Maria Barbui analizza l’efficacia di tabelecleucel per la PTLD legata all’EBV.

tabelecleucel offre nuove speranze per i pazienti con ptld, mostrando una risposta positiva nel 51% dei casi e migliorando significativamente la sopravvivenza rispetto alle terapie tradizionali.
"Analisi di Anna Maria Barbui sull'efficacia di tabelecleucel per il trattamento della PTLD associata all'EBV." "Analisi di Anna Maria Barbui sull'efficacia di tabelecleucel per il trattamento della PTLD associata all'EBV."
Anna Maria Barbui esamina l'efficacia del tabelecleucel nel trattamento della PTLD associata all'EBV nel 2025

Anna Maria Barbui e la terapia tabelecleucel per la ptld

Nel campo della medicina ematologica, si sta facendo strada un trattamento innovativo per affrontare una complicanza rara ma grave: la PTLD (malattia linfoproliferativa post-trapianto) associata all’EBV (virus di Epstein-Barr). Anna Maria Barbui, direttrice del Day Hospital di Ematologia presso l’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha recentemente presentato i risultati di uno studio significativo, evidenziando come il tabelecleucel possa costituire una vera e propria svolta per i pazienti colpiti da questa malattia.

Un trattamento innovativo

In un’intervista con Adnkronos Salute, Barbui ha rivelato che il tabelecleucel ha mostrato una risposta positiva nel 51% dei pazienti affetti da PTLD EBV positivo, con una mediana di sopravvivenza di 18,4 mesi. Questi risultati, provenienti dallo studio Allele pubblicato l’anno scorso, offrono una nuova speranza a pazienti che, senza questa terapia, avrebbero una sopravvivenza mediana inferiore ai sei mesi. “Per i pazienti che non rispondono alla terapia di prima linea o che recidivano, tabelecleucel rappresenta una nuova strategia terapeutica”, ha dichiarato Barbui.

La terapia si basa sull’utilizzo di linfociti T citotossici anti-EBV, prelevati da donatori sani, in grado di riconoscere e distruggere le cellule infette dal virus. Questo approccio innovativo si distingue dalle tradizionali terapie, come la chemioterapia o l’immunoterapia, offrendo una soluzione pronta all’uso e ben tollerata dai pazienti, anche quelli più vulnerabili.

La ptld e le sue manifestazioni

La PTLD si presenta frequentemente in pazienti sottoposti a trapianto di organi solidi o di cellule staminali ematopoietiche, in particolare in coloro che ricevono terapie immunosoppressive. Queste condizioni possono portare a una riattivazione dell’infezione da EBV, che, se non gestita, può evolvere in una malattia linfoproliferativa. Barbui ha descritto i sintomi tipici della PTLD, che includono linfonodi ingrossati, febbre, sudorazione e perdita di peso. Tuttavia, ha avvertito che tali sintomi sono aspecifici e possono essere confusi con altre patologie infettive, rendendo necessaria una biopsia per una diagnosi accurata.

La rarità della PTLD, con una prevalenza che non supera lo 0,05% della popolazione, non deve sminuire l’importanza di una sua corretta identificazione. In Italia, si effettuano circa 4.000 trapianti di organi solidi e 2.000 trapianti di cellule staminali ematopoietiche all’anno, il che implica che, sebbene la PTLD sia rara, i casi diagnosticati sono significativi.

Un futuro di speranza

Barbui ha sottolineato che la PTLD presenta un ampio spettro di malignità, con forme polimorfe e monomorfe, alcune delle quali necessitano di chemioterapia, mentre altre possono risolversi con una modulazione della terapia immunosoppressiva. La terapia cellulare tabelecleucel è specificamente indicata per i pazienti che non rispondono alle terapie di prima linea e che presentano una forma EBV correlata, una condizione con una mediana di sopravvivenza inferiore ai sei mesi.

In sintesi, l’approccio innovativo del tabelecleucel rappresenta una speranza concreta per i pazienti affetti da PTLD EBV positivo, offrendo loro una nuova opportunità di trattamento e migliorando significativamente le prospettive di sopravvivenza. La comunità medica osserva con interesse i futuri sviluppi di questa terapia, che potrebbe rivoluzionare la gestione della PTLD.

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