Anna Maria Barbui e la terapia tabelecleucel per la ptld
Nel campo della medicina ematologica, si sta facendo strada un trattamento innovativo per affrontare una complicanza rara ma grave: la PTLD (malattia linfoproliferativa post-trapianto) associata all’EBV (virus di Epstein-Barr). Anna Maria Barbui, direttrice del Day Hospital di Ematologia presso l’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ha recentemente presentato i risultati di uno studio significativo, evidenziando come il tabelecleucel possa costituire una vera e propria svolta per i pazienti colpiti da questa malattia.
Un trattamento innovativo
In un’intervista con Adnkronos Salute, Barbui ha rivelato che il tabelecleucel ha mostrato una risposta positiva nel 51% dei pazienti affetti da PTLD EBV positivo, con una mediana di sopravvivenza di 18,4 mesi. Questi risultati, provenienti dallo studio Allele pubblicato l’anno scorso, offrono una nuova speranza a pazienti che, senza questa terapia, avrebbero una sopravvivenza mediana inferiore ai sei mesi. “Per i pazienti che non rispondono alla terapia di prima linea o che recidivano, tabelecleucel rappresenta una nuova strategia terapeutica”, ha dichiarato Barbui.
La terapia si basa sull’utilizzo di linfociti T citotossici anti-EBV, prelevati da donatori sani, in grado di riconoscere e distruggere le cellule infette dal virus. Questo approccio innovativo si distingue dalle tradizionali terapie, come la chemioterapia o l’immunoterapia, offrendo una soluzione pronta all’uso e ben tollerata dai pazienti, anche quelli più vulnerabili.
La ptld e le sue manifestazioni
La PTLD si presenta frequentemente in pazienti sottoposti a trapianto di organi solidi o di cellule staminali ematopoietiche, in particolare in coloro che ricevono terapie immunosoppressive. Queste condizioni possono portare a una riattivazione dell’infezione da EBV, che, se non gestita, può evolvere in una malattia linfoproliferativa. Barbui ha descritto i sintomi tipici della PTLD, che includono linfonodi ingrossati, febbre, sudorazione e perdita di peso. Tuttavia, ha avvertito che tali sintomi sono aspecifici e possono essere confusi con altre patologie infettive, rendendo necessaria una biopsia per una diagnosi accurata.
La rarità della PTLD, con una prevalenza che non supera lo 0,05% della popolazione, non deve sminuire l’importanza di una sua corretta identificazione. In Italia, si effettuano circa 4.000 trapianti di organi solidi e 2.000 trapianti di cellule staminali ematopoietiche all’anno, il che implica che, sebbene la PTLD sia rara, i casi diagnosticati sono significativi.
Un futuro di speranza
Barbui ha sottolineato che la PTLD presenta un ampio spettro di malignità , con forme polimorfe e monomorfe, alcune delle quali necessitano di chemioterapia, mentre altre possono risolversi con una modulazione della terapia immunosoppressiva. La terapia cellulare tabelecleucel è specificamente indicata per i pazienti che non rispondono alle terapie di prima linea e che presentano una forma EBV correlata, una condizione con una mediana di sopravvivenza inferiore ai sei mesi.
In sintesi, l’approccio innovativo del tabelecleucel rappresenta una speranza concreta per i pazienti affetti da PTLD EBV positivo, offrendo loro una nuova opportunità di trattamento e migliorando significativamente le prospettive di sopravvivenza. La comunità medica osserva con interesse i futuri sviluppi di questa terapia, che potrebbe rivoluzionare la gestione della PTLD.