Il mondo del breaking, conosciuto popolarmente come breakdance, ha finalmente ricevuto il riconoscimento che merita, debuttando alle Olimpiadi di Parigi. Antilai Sandrini, rappresentante dell’Italia in questa disciplina, ha condiviso la sua esperienza e il significato profondo che questo sport ha per lei. L’intervista offre uno spaccato affascinante di come il breaking, più di un semplice sport, sia un’espressione artistica e culturale, influenzata dalla musica e dalla propria identità .
L’esperienza di rappresentare l’italia a parigi
Antilai Sandrini ha avuto l’onore di rappresentare il team italiano alle Olimpiadi di Parigi, un evento che ha segnato un punto di svolta per il breaking. Con il suo coinvolgimento, ha cercato di dimostrare che questa disciplina va oltre le pale sghembe e le competizioni, affermando: “Il breaking è un’arte che richiede autenticità e creatività . È un modo per esprimere se stessi.” Sandrini si è detta emozionata e anche un po’ combattuta riguardo all’accettazione del breaking come sport olimpico. Da un lato, c’era la gioia di essere riconosciuti a un livello così alto; dall’altro, c’era la preoccupazione che ciò potesse omologare l’arte del dance a una mera competizione sportiva.
Durante l’intervista, Sandrini ha messo in luce le polemiche emerse riguardo a prestazioni specifiche, come quella dell’australiana Raygun, accusando i media di aver svalutato il breaking. “Raygun non ha sbagliato, piuttosto è stato un errore delle cronache che hanno voluto ridurre il breaking a un episodio sminuente,” ha commentato, enfatizzando la necessità di un profondo rispetto per il valore artistico di ciò che i ballerini rappresentano.
L’influenza di Michael Jackson sul percorso di una ballerina
Si raccontano molti aneddoti che mostrano come l’influenza di icone come Michael Jackson possa spingere a scoprire passioni uniche. Antilai Sandrini ha posto l’accento su come la morte del Re del Pop l’abbia colpita e incuriosita al punto da invogliarla a cimentarsi con il ballo. La partecipazione e il coinvolgimento emotivo che il suo lavoro ha suscitato di fronte alla musica di Jackson hanno alimentato il suo viaggio nel mondo della breakdance.
Antilai ha manifestato quanto il popolare artista l’abbia ispirata nelle sue prime esibizioni. “Dal momento che ho iniziato a guardare i suoi video, ho cominciato a immaginare me stessa nel ruolo di ballerina, ripetendo e studiando le sue coreografie,” ha raccontato. Questa passione, unita al supporto della famiglia, soprattutto del padre che aveva una carriera da DJ, l’ha spinta a cercare un corso di breaking e intraprendere un percorso che l’avrebbe portata a ottenere risultati straordinari.
La connessione tra breaking e arti marziali
Un aspetto affascinante del percorso di Antilai è la sua esperienza nelle arti marziali. È interessante notare come il breaking non sia solitario, ma in realtà possa ricordare l’arte marziale per la fluidità e il movimento che richiede. Sandrini ha praticato wushu, scoprendo così che molti movimenti del breaking attingono dalla disciplina delle arti orientali. “Molte mosse si intersecano, e in ogni esibizione esprimo una sorta di narrazione che è influenzata da entrambe le discipline,” ha commentato.
Antilai ha riconosciuto che le sinergie tra queste due forme di espressione sono cruciali nel definire il suo stile personale. Il fatto stesso che i ballerini possano integrare nel loro lavoro elementi tratti da altri ambiti rende il breaking una forma d’arte altamente versatile e in continua evoluzione. Questo approccio le ha permesso di esprimere la propria individualità e creare un’atmosfera unica durante le sue esibizioni.
Riflessioni sull’evento olimpico e l’impatto personale
L’arrivo del breaking alle Olimpiadi ha suscitato emozioni contrastanti in Antilai, da un lato la soddisfazione di essere parte della storia, dall’altro l’ansia di non voler perdere il suo legame con la cultura hip hop e la sua essenza artistica. “Ero scettica, temevo che l’omologazione potesse sminuire ciò che abbiamo costruito nel corso degli anni. Tuttavia, credo che l’occasione possa trasformarsi in una possibilità di crescita per la disciplina,” ha esternato.
L’esperienza alle Olimpiadi ha insegnato a Antilai che, oltre alla preparazione fisica, è fondamentale allenare anche la mente. La pressione che viene da un evento di tale portata ha portato la ballerina a riflettere sull’importanza della preparazione mentale. “Essere lucidi e concentrati è cruciale, e ho capito che l’equilibrio personale influisce notevolmente sulla performance,” ha spiegato.
La polemica e l’evoluzione della breakdance
All’interno della comunità di ballerini, le polemiche relative alle esibizioni sono state vive, in particolare il caso di Raygun. Antilai, alloggiando questa dinamica, ha sottolineato quanto sia importante non soffermarsi su singoli incidenti ma piuttosto considerare il contesto più ampio del breaking. “Ogni ballerino porta il proprio universo, e questo è ciò che rende straordinaria la disciplina. Ciò che conta è l’espressione genuina e personale, non le critiche superficiali,” ha dichiarato.
Antilai ha anche messo in risalto come la visibilità mediatica conseguita possa fungere da impulso per il movimento, mostrando al pubblico che la breakdance è ben più di un semplice intrattenimento. “Siamo in cerca di un riconoscimento serio, un rispetto per il nostro lavoro, che non può essere ridotto a un episodio infelice,” ha concluso, evidenziando l’importanza di comprendere il valore e la bellezza che la breakdance porta con sé.
Le parole di Antilai Sandrini pongono l’accento su un momento cruciale nella storia del breaking italiano e globale, evidenziando sia il potenziale del movimento sia le sfide che esso deve affrontare.