Il mondo della breakdance ha recentemente fatto un grande passo avanti, approdando alle Olimpiadi, un traguardo inaspettato e importante per questa forma d’arte. In esclusiva, Antilai Sandrini, rappresentante italiana della disciplina, condivide la sua esperienza e riflessioni sul breaking, sulla sua evoluzione e sul significato che riveste nella sua vita. Un viaggio emozionante che evidenza non solo le sfide sportive, ma anche le profonde radici culturali di questo fenomeno.
L’ascesa della breakdance alle olimpiadi
Il debutto della breakdance alle Olimpiadi di Parigi ha attirato l’attenzione di spettatori e appassionati di tutto il mondo. Antilai Sandrini, atleta delle Fiamme Azzurre, è stata uno dei volti principali della breakdance italiana nel contesto olimpico. “Finalmente questo sport è stato riconosciuto a livello mondiale”, commenta con entusiasmo. Tuttavia, è anche consapevole delle critiche e delle incomprensioni che hanno accompagnato questo riconoscimento. “C’è il rischio che il breaking venga visto come un semplice sport, mentre è un’arte che racchiude la nostra espressione individuale,” afferma con una nota di tristezza.
Nel corso della competizione, non sono mancate le polemiche, in particolare intorno alla prestazione dell’atleta australiana Raygun. “Non ha commesso errori. L’unica sbagliata è stata la percezione dei media, che hanno cercato di ridurre il nostro movimento a un episodio sfortunato,” sostiene Sandrini. Questa dimensione complessa del breaking è ciò che la distingue da altre discipline più tradizionali.
Le radici della passione di antilai
Antilai racconta che la sua passione per il breaking è affiorata grazie a una combinazione di influenze familiari. Suo padre, appassionato di musica e DJ, ha inavvertitamente piantato il seme dell’amore per il ballo. “Ricordo un giorno quando l’ho visto ballare mentre suonava; è stato in quel momento che ho capito quanto potesse essere potente il movimento,” dice sorridendo.
Crescendo, ha anche approcciato il mondo della ginnastica artistica, ma il richiamo del breaking si è rivelato troppo forte. “A 12 anni ho scoperto che esistevano corsi di breaking. Iniziai per curiosità , senza sapere quanto sarebbe cambiata la mia vita.” Da allora, ha dedicato tempo e sforzo alla pratica, elaborando il proprio stile e cercando sempre modi per esprimere se stessa attraverso il movimento.
La cultura hip hop e la sua evoluzione
Uno degli aspetti che più le sta a cuore è la cultura hip hop, da cui il breaking trae le sue origini. “In Italia, c’è un problema di fondo: manca una vera cultura hip hop,” spiega Sandrini. La mancanza di riferimenti e risorse per i ballerini emergenti rende difficile far crescere la disciplina nel paese. La pioniera del breaking in Italia desidera che le nuove generazioni possano avere un accesso migliore a questo mondo.
“Mi sento un po’ di responsabilità , perché prima di me c’era poco. Ma ora, finalmente, vedo giovani talentuosi che stanno portando avanti la bandiera del breaking,” riflette sul cambiamento che ha vissuto nel corso degli anni. Nonostante la popolarità crescente, il lavoro per ampliare la base culturale e formativa del breaking in Italia è ancora lungo.
La preparazione e l’impatto delle olimpiadi
L’esperienza olimpica ha costretto Sandrini a riconsiderare il suo approccio alla preparazione. “L’allenamento fisico è fondamentale, ma ho capito che anche la preparazione mentale ha un impatto enorme.” Le Olimpiadi hanno rappresentato non solo una sfida sportiva, ma un vero e proprio test di resistenza e capacità di superare le pressioni. “Ho sperimentato alti e bassi, difficoltà anche al di fuori della competizione. Ma tutto ciò mi ha resa più forte.”
La preparazione per un evento di tale portata richiede non solo abilità fisica, ma anche forza psicologica e resilienza. “Il percorso verso Parigi è stato più complesso di quanto avessi immaginato, ma alla fine mi sono sentita orgogliosa di aver partecipato. Essere qui è già una vittoria.”
Il futuro della breakdance e i suoi sogni
Guardando al futuro, Sandrini esprime un messaggio di speranza. “Il breaking è una danza che richiede dedizione, ma offre anche un’opportunità unica di esprimere chi siamo.” Nonostante i dubbi sull’inclusione della breakdance in eventi futuri, come le Olimpiadi di Los Angeles, lei resta fiduciosa. “Spero di continuare a ballare, di trasmettere la mia passione a chiunque voglia immergersi in questo mondo. È un messaggio che va oltre lo sport, parla di libertà di espressione.”
Con la crescente notorietà e la possibilità di raggiungere nuovi pubblici, Antilai Sandrini non solo racconta la sua storia, ma diventa una voce importante per tutti coloro che credono nel potere del breaking come forma d’arte. “Il mio obiettivo è lasciare un’impronta profonda e autentica. Non smetterò di ballare, perché la danza è ciò che sono e voglio continuare a condividere questa passione con il mondo.”