Antonio Pinto del Pascale: guarigione per linfomi non-Hodgkin al 65-70% grazie a terapie innovative

sviluppi promettenti nei linfomi non-Hodgkin: nuove terapie migliorano la prognosi e approccio olistico integra arte e benessere psicologico per i pazienti presso l’Istituto Pascale di Napoli.
"Antonio Pinto del Pascale presenta terapie innovative con un tasso di guarigione del 65-70% per linfomi non-Hodgkin." "Antonio Pinto del Pascale presenta terapie innovative con un tasso di guarigione del 65-70% per linfomi non-Hodgkin."
Antonio Pinto del Pascale presenta risultati promettenti: terapie innovative raggiungono il 65-70% di guarigione per linfomi non-Hodgkin nel 2025

Notizie positive sui linfomi non-Hodgkin

Antonio Pinto, direttore del Dipartimento di Ematologia e terapie innovative presso l’Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale di Napoli, ha recentemente rivelato sviluppi promettenti riguardo ai linfomi non-Hodgkin. Durante la presentazione del progetto “A Cura dell’Arte“, un’iniziativa che combina arte e terapia per migliorare il benessere dei pazienti, Pinto ha messo in evidenza come le nuove terapie stiano trasformando radicalmente il panorama della cura per questi tumori del sangue.

Linfomi non-Hodgkin: una sfida in crescita

I linfomi non-Hodgkin, che interessano il sistema linfatico e sono tra le neoplasie più diffuse, rappresentano una sfida continua per la comunità medica. Ogni anno, migliaia di pazienti ricevono questa diagnosi, che può variare da forme meno aggressive a quelle particolarmente difficili da trattare. Pinto ha sottolineato che i linfomi aggressivi rappresentano circa il 30% dei nuovi casi e, grazie ai progressi nella ricerca, la prognosi per i pazienti è notevolmente migliorata. “Attualmente, con l’introduzione di farmaci innovativi, il tasso di guarigione per i linfomi non-Hodgkin aggressivi è aumentato dal 55% al 65-70%,” ha dichiarato Pinto, evidenziando l’importanza di un intervento tempestivo.

Innovazioni terapeutiche: un futuro luminoso

La medicina moderna sta vivendo un’evoluzione significativa nelle terapie per i linfomi. Pinto ha spiegato che è fondamentale ridurre al minimo il tempo tra diagnosi e inizio del trattamento per i linfomi non-Hodgkin. Con l’introduzione di farmaci come il polatuzumab, i medici dispongono ora di strumenti più efficaci per affrontare la malattia. “In passato, se la prima linea di terapia falliva, l’unica opzione era il trapianto autologo di cellule staminali. Oggi, grazie agli anticorpi bispecifici, possiamo indirizzare i linfociti del paziente direttamente contro il linfoma, ottenendo risultati straordinari,” ha affermato Pinto, sottolineando che questi sviluppi potrebbero portare a un cambiamento radicale nel trattamento.

Un approccio olistico alla cura

Tuttavia, la lotta contro i linfomi non si limita ai farmaci. L’Istituto Pascale si distingue per la sua visione olistica della cura, che integra il benessere psicologico dei pazienti nel percorso terapeutico. Il progetto “A Cura dell’Arte” è un esempio di come l’arte possa migliorare l’esperienza dei pazienti in ospedale. “Le stanze di degenza sono state trasformate in spazi accoglienti e significativi, dove ogni soffitto racconta una storia e stimola l’immaginazione,” ha spiegato Pinto. Questo approccio non solo rende l’ambiente più gradevole, ma offre anche un supporto emotivo fondamentale per chi affronta una malattia così complessa.

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