Appello di 25 organizzazioni per la tutela dei minori migranti

In occasione dell’avvio dell’esame parlamentare del decreto legge sull’immigrazione e la sicurezza, 25 organizzazioni della società civile si appellano al Parlamento per esprimere la loro preoccupazione per i rischi di violazione dei diritti dei minori migranti. Le organizzazioni sono allarmate per la prevista accoglienza di minori ultrasedicenni in centri per adulti e per i rischi di respingimento, trattenimento ed espulsione dei minorenni che arrivano soli in Italia. Chiedono al Parlamento di stralciare tali norme dal testo del decreto.

Modifiche negative al sistema di protezione per i minori non accompagnati

Il decreto legge sull’immigrazione e la sicurezza modifica in senso peggiorativo due disposizioni della legge sulla protezione dei minori non accompagnati. Secondo le organizzazioni, questa è la prima volta che un governo intacca il sistema di protezione per i minori non accompagnati. Il decreto prevede che i minori migranti non accompagnati ultra16enni possano essere collocati in centri per adulti in caso di indisponibilità di strutture dedicate. Le organizzazioni sottolineano che si tratta di strutture di grandi dimensioni e prive degli standard stabiliti per i minorenni, dove i minori non avranno accesso all’assistenza legale e psicologica né a corsi di lingua italiana. Questa scelta va contro il principio del rispetto del superiore interesse del minore e rappresenta una grave discriminazione tra minorenni italiani e stranieri.

Deroga alla procedura di accertamento dell’età

Le organizzazioni criticano anche la deroga alla procedura di accertamento dell’età prevista dal decreto. In caso di arrivi consistenti, multipli e ravvicinati, le autorità di pubblica sicurezza potranno disporre accertamenti sanitari, anche radiografici, senza l’autorizzazione scritta del tutore e senza la presenza di un mediatore linguistico culturale. Questa disposizione non considera nemmeno necessaria l’autorizzazione scritta del tutore, nonostante si tratti di accertamenti sanitari invasivi. Le organizzazioni sottolineano che nessun metodo disponibile consente la determinazione esatta dell’età e che la norma elude il principio dell’approccio multidisciplinare.

Rischi di respingimento e violazioni dei diritti fondamentali

Secondo le organizzazioni, la procedura di accertamento dell’età prevista dal decreto, unita alla permanenza dei minori in centri per adulti e ai termini ristrettissimi per impugnare il verbale di polizia, può facilmente portare al respingimento, alla detenzione e alla successiva espulsione di minori dichiarati maggiorenni per errore. Questo apre le porte a possibili gravi violazioni dei loro diritti fondamentali, in particolare per i minori provenienti da Paesi considerati “sicuri” e quindi sottoposti a procedure accelerate in frontiera se erroneamente considerati adulti.

Condanne dell’Italia per la protezione dei minori non accompagnati

Le organizzazioni ricordano che l’Italia è stata condannata più volte dalla Corte europea dei diritti umani per aver collocato minorenni non accompagnati in centri per adulti e aver condotto procedure di accertamento dell’età senza garanzie procedurali sufficienti. Le modifiche normative proposte nel decreto sono considerate inaccettabili da chiunque abbia a cuore i diritti dei minori. Le organizzazioni sottolineano che derogare al principio di equità di trattamento tra minori italiani e stranieri e sottoporre potenziali minori a procedure senza le garanzie necessarie mette in discussione il principio della protezione del minore e la tenuta complessiva del sistema di tutela.