Il teatro dei pupi diventa digitale: un archivio per preservare la tradizione
Il patrimonio cartaceo e visivo del teatro dei pupi sta per essere trasformato in un archivio digitale. Il progetto è stato presentato a Palermo da Ester Rossino, direttrice dell’Archivio di Stato, che ha sottolineato l’approvazione del ministero della Cultura. “Si tratta di un archivio molto speciale, non solo fatto di documenti cartacei – ha spiegato – ma anche di manufatti, pupi e spettacoli. Siamo felici di ospitare le famiglie Colla di Milano e i Monticelli di Ravenna. Il portale conterrà quindi la memoria storica e artistica del teatro di figura italiano di queste tre famiglie”.
Grazie a un semplice click, persone da tutto il mondo potranno vedere e studiare il patrimonio del nostro teatro di figura. Sarà possibile scoprire come vengono creati i pupi, esplorare i festival de La macchina dei sogni e rivivere gli spettacoli degli ultimi 40 anni. In questo modo, la memoria verrà tramandata alle future generazioni. Durante la presentazione, Gianni Puglisi ha sottolineato come nel 2001 la famiglia Cuticchio sia stata riconosciuta dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità, grazie alla candidatura del Giappone e della Corea. “La forza della tradizione non è stata candidata dall’Italia e questo ci deve far riflettere. La digitalizzazione è uno strumento, non un fine. La conservazione richiede impegno, formazione e ricerca”.
Guido Di Palma, docente di Storia del teatro alla Sapienza di Roma, ha ricordato che “il sapere artistico dei cuntisti e dei pupari si trasmetteva attraverso il contatto diretto, come avvenne tra Peppino Celano, il grande cuntista palermitano, e Mimmo Cuticchio”. Durante l’evento, Cuticchio ha concluso i lavori con alcuni ricordi personali. “Mio padre è morto nel ’83 e non rimane nulla di ciò che ha fatto, né lui né le altre famiglie di pupari che ancora esistevano. Quindi capisco bene il valore immenso di questa operazione, che permette di tramandare la tradizione e consegnarla al futuro. I miei genitori nel ’43 fuggirono da Palermo a causa dei bombardamenti, per portare il ciclo carolingio a puntate nei paesi. Non c’era televisione né cinema e gli spettacoli venivano realizzati per il popolo. Vengo da quella tradizione e so quanto sia stata persa, fino agli anni ’80”.
Con l’archivio digitale del teatro dei pupi, la tradizione avrà finalmente un luogo sicuro in cui essere conservata e condivisa con il mondo intero. Sarà un modo per preservare la memoria di un’arte antica e affascinante, garantendo che possa essere apprezzata anche dalle generazioni future.