Operazione antidroga al Quarticciolo
Roma, 22 marzo 2025 – I Carabinieri della Compagnia di Roma Casilina hanno eseguito un’importante operazione di controllo nel quartiere Quarticciolo, culminando nell’arresto di quattro persone. Questa iniziativa è stata attuata seguendo le indicazioni del Prefetto di Roma, Lamberto Giannini, con l’obiettivo di contrastare l’illegalità e il degrado nelle zone periferiche della capitale.
Fermati tre uomini in via Ostuni
Durante i controlli antidroga, i Carabinieri della Stazione di Roma Tor Tre Teste hanno bloccato tre uomini italiani, di età compresa tra i 34 e i 52 anni, tutti con un passato di precedenti penali. Tra di loro figura un 35enne romano, già noto alle forze dell’ordine, che il 12 febbraio scorso aveva tentato di circondare una pattuglia dei Carabinieri durante un’operazione antidroga.
L’operazione si è svolta in via Ostuni, dove i militari hanno osservato i tre uomini mentre cedevano sostanze stupefacenti a vari acquirenti, lanciando le dosi dalla finestra di un’abitazione. Dopo aver identificato l’appartamento, le forze dell’ordine hanno effettuato una perquisizione, rinvenendo un totale di 71 dosi di crack, per un peso complessivo di quasi 37 grammi, già pronte per la vendita. È stata inoltre sequestrata una somma di 1335 euro, considerata il provento dell’attività illecita.
Arresto in via Manfredonia
Un ulteriore arresto ha avuto luogo in via Manfredonia, dove i Carabinieri, durante un controllo all’interno di un condominio, hanno notato della sostanza stupefacente all’interno di una buca delle lettere. Approfondendo le indagini, sono riusciti a risalire all’appartamento collegato alla cassetta postale. Qui, un 22enne romano, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato. Durante la perquisizione, oltre alla chiave della buca delle lettere, sono stati rinvenuti 90 dosi di crack e un ulteriore involucro contenente 33 grammi della stessa sostanza, insieme a 1120 euro in contante.
Convalida degli arresti
Tutti gli arresti sono stati convalidati e gli indagati sono stati trasferiti in carcere. È fondamentale ricordare che, secondo la normativa italiana, un’accusa non equivale a una condanna. Le prove devono essere verificate in Tribunale, dove il sistema giudiziario prevede tre gradi di giudizio per garantire un processo equo.