Il calcio novarese è al centro di un clamoroso scandalo che ha portato all’arresto del presidente di una squadra di serie D, attualmente agli arresti domiciliari con un braccialetto elettronico. L’accusa principale è quella di riciclaggio. La situazione è emersa grazie a un’indagine approfondita condotta dalla Squadra mobile di Novara, che ha rilevato un’improvvisa e sospetta crescita della società calcistica a partire dal 2020.
Un’ascesa sospetta
La squadra, attiva nel campionato di serie D, ha catturato l’attenzione delle autorità per il suo sorprendente sviluppo economico. Gli agenti della Squadra mobile, supportati dalla Sezione di P.G. dell’aliquota Gdf della Procura della Repubblica di Novara, hanno iniziato a monitorare attentamente i movimenti finanziari della società . Le indagini hanno messo in luce un notevole dispendio di denaro e beni da parte del presidente, sollevando dubbi sulla legittimità delle sue fonti di reddito.
La rosa della squadra è composta da calciatori provenienti da campionati professionistici, sia italiani che esteri. Nonostante il passaggio a una serie inferiore, i giocatori percepiscono ingaggi considerevoli, in netto contrasto con le aspettative di una società dilettantistica. Questo elemento ha ulteriormente alimentato i sospetti degli investigatori, che hanno deciso di approfondire le indagini.
Indagini e scoperte sconvolgenti
Le indagini, affidate dalla Procura della Repubblica di Novara alla Guardia di finanza di Gallarate, hanno rivelato una rete di bonifici sospetti. La società riceveva fondi dal presidente e da altri indagati, i quali non dichiaravano redditi compatibili con le somme trasferite. Sono emerse anche connessioni con aziende coinvolte in bancarotta e reati tributari.
Le misure cautelari hanno comportato perquisizioni personali e domiciliari nei confronti del presidente, svelando un quadro sempre più complesso. L’analisi dei conti correnti e dei flussi commerciali ha portato alla scoperta di circa 200.000 euro considerati proventi di riciclaggio. Le Fiamme gialle hanno quindi proceduto al sequestro di tali somme, colpendo sia i conti correnti della società che quelli del presidente.
Sequestri e conseguenze
Oltre ai fondi, le autorità hanno sequestrato anche 3.730 euro in contanti e una significativa quantità di valuta estera, tra cui dollari americani, rupie delle Seychelles, pesos cubani e scellini kenyoti. Queste operazioni sono state facilitate dall’ausilio del cane anti-droga “Ioltan”, che ha contribuito a rintracciare i beni illeciti. Inoltre, è stato confiscato un orologio Rolex Daytona, simbolo di uno stile di vita che non sembrava in linea con le dichiarazioni fiscali del presidente.
Non solo il presidente è finito nel mirino delle autorità : altre 17 persone sono state indagate per reati finanziari, ampliando così il raggio d’azione delle indagini. La situazione si fa sempre più intricata e il futuro della squadra di calcio novarese appare incerto, mentre la giustizia cerca di fare chiarezza su una vicenda che ha scosso il mondo dello sport locale.