Atti vandalici al cantiere del museo della Shoah a Roma, residenti chiedono maggiore sicurezza

preoccupazioni per la sicurezza al cantiere del museo della shoah a roma e richiesta di maggiori misure di protezione da parte dei residenti del quartiere
"Atti vandalici al cantiere del museo della Shoah a Roma, residenti richiedono sicurezza" "Atti vandalici al cantiere del museo della Shoah a Roma, residenti richiedono sicurezza"
atti vandalici al cantiere del museo della shoah a roma: residenti chiedono interventi per aumentare la sicurezza nella zona

Preoccupazioni per la sicurezza al cantiere del museo della Shoah

Il cantiere del nuovo Museo della Shoah a Roma, situato in via Alessandro Torlonia, è diventato un punto di attenzione per atti vandalici che hanno destato allerta tra i residenti del quartiere. Il 12 marzo 2025, un gruppo di cittadini ha presentato un esposto formale al Dipartimento di Sicurezza Pubblica, al Questore di Roma e al Commissariato di Zona, denunciando episodi di violenza e intimidazione verificatisi nella zona.

Richiesta di maggiore sicurezza

L’avvocato Rosa Sciatta Ferri, portavoce dei firmatari, ha spiegato che l’iniziativa ha l’obiettivo di garantire il diritto alla sicurezza per tutti coloro che vivono e lavorano nell’area. “Con questo esposto chiediamo una maggiore presenza delle forze dell’ordine e la sospensione dei lavori del museo”, ha dichiarato Sciatta, evidenziando che la sicurezza pubblica è un diritto fondamentale tutelato dalla Costituzione italiana.

Atti vandalici e preoccupazioni crescenti

Negli ultimi giorni, il cantiere ha subito diversi raid vandalici, tra cui la presenza di escrementi di animali e volantini di contenuto politico, che hanno accresciuto le preoccupazioni dei residenti. “La sicurezza è una garanzia per tutti i diritti fondamentali della persona. Se non viene tutelata, non possiamo parlare di libertà e dignità”, ha aggiunto l’avvocato.

Richiesta di rivalutazione della posizione del museo

I firmatari dell’esposto chiedono anche una rivalutazione della decisione di costruire il museo in una zona densamente popolata, suggerendo di spostarlo in un’area più ampia e meno affollata della capitale. “Le circostanze storiche e geopolitiche attuali richiedono una riflessione approfondita su questa scelta”, ha concluso Sciatta, facendo riferimento agli eventi recenti che hanno scosso il mondo.

Un appello al dialogo con le autorità

In questo contesto, i residenti non solo invocano una maggiore sicurezza, ma anche un dialogo con le autorità competenti per trovare una soluzione che possa garantire la protezione della comunità e il rispetto della memoria storica che il museo intende rappresentare.

Change privacy settings
×