Cambiamenti fiscali a gennaio 2024: impatto sulla busta paga

Il vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha annunciato le prime misure operative della rivoluzione fiscale che entreranno in vigore a partire da gennaio 2024. L’obiettivo è semplificare il sistema, snellire le procedure e migliorare il rapporto con i contribuenti, riducendo la pressione fiscale. Le misure includono la revisione dell’Irpef, il taglio delle tasse sul lavoro con effetto sulla busta paga, l’attrazione di aziende e cervelli, e la collaborazione sull’accertamento con imprese grandi e piccole.

Irpef, no tax area e assunzioni

Per il 2024 sono previsti aggiornamenti degli scaglioni e delle aliquote dell’Irpef, passando da quattro a tre, in vista dell’introduzione della flat tax per tutti. Il beneficio massimo sarà di 260 euro netti all’anno. Inoltre, la soglia della no tax area per i lavoratori dipendenti sarà equiparata a quella dei pensionati, salendo da 8.145 a 8.500 euro.

Per favorire le nuove assunzioni a tempo indeterminato, viene introdotta una maggiore deduzione del 20% per il 2024. Tale deducibilità sale al 30% nel caso in cui l’impresa decida di assumere lavoratori svantaggiati o con disabilità, donne con almeno due figli minori o disoccupate da almeno sei mesi, under 30, Neet ed ex beneficiari del Reddito di cittadinanza.

Aziende e ‘cervelloni’ che rientrano

Le attività d’imprese e di lavoro autonomo in forma associata che riportano le loro attività in Italia potranno beneficiare di agevolazioni fiscali. Secondo una norma del decreto legislativo fiscale, sarà possibile ottenere il taglio del 50% del reddito imponibile ai fini Irpef e Irap per 5 anni. Tuttavia, in caso di delocalizzazione prima del quinquennio, il beneficio dovrà essere restituito con gli interessi.

Anche i lavoratori dipendenti o autonomi che trasferiranno la residenza fiscale in Italia nel 2024 potranno beneficiare di tasse dimezzate, entro un tetto di reddito di 600mila euro, per un massimo di 5 anni. Anche in questo caso, in caso di mancato mantenimento della residenza fiscale per 5 anni, sono previste sanzioni con restituzione dello sconto e interessi. Le disposizioni per i ricercatori e professori universitari rimangono invariate.

La tassa per le multinazionali

Le multinazionali con un fatturato consolidato pari a 750 milioni di euro dovranno pagare almeno il 15% di imposta effettiva, grazie alle nuove norme sulla Global minimum tax. Questo intervento mira a garantire una parità competitiva tra le imprese, limitando gli effetti distorsivi delle pratiche di elusione fiscale adottate da alcune grandi aziende.

Pmi e aziende più grandi

Per le piccole e medie imprese è previsto un concordato preventivo biennale che permette di fissare una base fiscale per due anni, escludendo dalla tassazione l’eventuale reddito aggiuntivo. L’amministrazione fiscale, grazie alla fatturazione elettronica, all’interoperabilità delle banche dati e all’intelligenza artificiale, sarà in grado di fornire al contribuente una stima precisa del suo reddito.

Le norme in fase di studio sulla cooperative compliance mirano ad ampliare la platea di accesso per i contribuenti e a ridurre la soglia di ingresso fino a 100 milioni di euro di fatturato. Inoltre, si stanno valutando incentivi per i contribuenti virtuosi.

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