La mostra “100 anni vicini e lontani”, curata da Stefano Pozzovivo e realizzata dalla Fondazione Varrone Cassa di Risparmio di Rieti, si svolge presso il Palazzo Dosi Delfini fino al 26 gennaio. L’evento celebra il primo secolo della radio, un medium che non ha conosciuto il logorio del tempo, sempre capace di affascinare e coinvolgere. Attraverso un percorso emotivo e interattivo, il visitatore può scoprire l’evoluzione della radio e il suo impatto sulla cultura e la società italiana.
Un percorso tra storia e tecnologia
Il percorso espositivo si articola su oltre 200 pezzi, disposti tematicamente piuttosto che cronologicamente. Tra gli oggetti in mostra, spiccano il microfono di Guglielmo Marconi e il microfono ad acqua di Quirino Maiorana, oltre a varie tipologie di radio, dalle radio a galena alle radio da comodino, fino alle autoradio. L’allestimento, curato dall’architetta Patrizia Palenga, crea un’atmosfera coinvolgente che trasporta il visitatore in momenti storici significativi della storia italiana.
Un esempio è la camera dei sensi, dove sono riprodotte le melodie e le voci dell’epoca, inclusa la storica comunicazione di Mussolini che annunciava l’entrata dell’Italia in guerra nel 1940. Questa sala, insieme ad altre, permette di rivivere la frenesia e l’emozione dei momenti salienti, trasformando la visita in un’esperienza immersiva e interattiva. La radio, un mezzo di comunicazione che ha segnato epoche, continua a raccontare storie e a far rivivere memorie attraverso una varietà di suoni storici originali.
L’impatto culturale della radio
La radio ha avuto un ruolo cruciale nella condivisione di informazioni e nel permettere agli italiani di sentirsi parte di un’unica comunità . “La radio ha attraversato la storia italiana entrando nelle case, accendendo le piazze”, racconta Pozzovivo, indicando come questo mezzo di comunicazione, fin dalle prime trasmissioni, abbia avuto un forte impatto sulla cultura e sulla società . Ogni trasmissione ha contribuito a plasmare l’identità collettiva del Paese, rendendo la radio un testimone della vita quotidiana, delle speranze e delle paure degli italiani.
La mostra mette in evidenza come, nonostante le tecnologie moderne, la radio mantenga un fascino duraturo. Con dialoghi, trasmissioni e documenti storici, il visitatore può immergersi in un mondo pieno di storie e racconti, vivendo un’esperienza che si arricchisce di stimoli visivi e sonori. In questo modo, l’esposizione non si limita a rendere omaggio alla radio, ma rappresenta anche un’importante riflessione sulla sua evoluzione nel contesto delle trasformazioni sociali e culturali che hanno caratterizzato il Paese.
Un evento per tutte le etÃ
La mostra ha saputo catturare anche l’interesse delle nuove generazioni, superando le aspettative degli organizzatori riguardo al pubblico previsto. Pozzovivo sottolinea come i giovani abbiano mostrato un reale interesse verso un mezzo che, per loro, è spesso un concetto astratto e non tangibile. Questo sorprendente riscontro ha fatto sì che, nei weekend, molti bambini tornassero a visitare l’esposizione accompagnati dai genitori, dimostrando che l’eredità della radio è viva e capace di coinvolgere anche chi non ha vissuto direttamente i momenti storici rappresentati.
Grazie alla collaborazione con un comitato scientifico d’eccezione e alla rete AIRE dei collezionisti, che hanno messo a disposizione pezzi unici e preziosi, la mostra ha raggiunto un alto livello di qualità espositiva. Visto il coinvolgimento trasversale di tutte le fasce d’età , risulta chiaro che la narrativa della radio continua a suscitare emozioni e interesse, rendendo la mostra un’iniziativa riuscita per celebrare la storia di questo fondamentale strumento di comunicazione.