“Ciao Darwin 9: La Prima Puntata – Un Ritorno al Passato con Commenti Dettagliati su Persone e Fatti”

Paolo Bonolis saluta Emilio Contaldo - Tendenzediviaggio

Ciao Darwin 9: Un ritorno al passato o uno specchio del presente?

Il famoso programma televisivo Ciao Darwin è tornato dopo quattro anni di assenza, ma sembra che il tempo non abbia fatto bene al suo contenuto. La prima puntata della nuova edizione mette a confronto Angeli e Demoni, offrendo uno spettacolo trash e controverso. Ma è questo un anacronismo o semplicemente una rappresentazione della realtà attuale?

Nonostante il sottotitolo “Giovanni 8,7” con il celebre versetto biblico “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”, i cambiamenti che molti si aspettavano non sono stati apportati. Mentre i fan più affezionati potrebbero apprezzare questa immersione nel passato, è lecito chiedersi se, nel 2023, lo sguardo di Ciao Darwin sui lati oscuri dell’essere umano abbia bisogno di una rinfrescata e di qualche taglio. Le coreografie, in particolare quella della sigla, rimangono fedeli all’impronta di Marco Garofalo, scomparso alcuni anni fa. Ma il resto del programma ha ancora una ragione d’essere? Sarà interessante vedere se gli ascolti premieranno la coerenza con il glorioso passato del programma.

Una certezza in Ciao Darwin 9 è il conduttore Paolo Bonolis, che si conferma nel ruolo di padrone di casa caustico e insofferente alle performance imbarazzanti dei partecipanti, nonostante siano loro l’essenza stessa del programma. Fin dall’ingresso trionfale in studio, Bonolis lancia la sua pesante pietra: “Italiani! Scagliatori di pietre. Paese di Madonne che piangono e di uomini che piangono per le Madonne che c’ha”. Grazie a lui, il ritmo è serrato e tornano i tormentoni più amati. Bonolis, con le sue reazioni, è il nostro occhio privilegiato sugli scivoloni e le ombre del campione umano che attraversa il suo regno, diviso questa volta tra Angeli e Demoni. A volte disgustato, altre amareggiato e infine stupito di fronte ai rari barlumi di speranza, Bonolis potrebbe intrattenerci anche se i partecipanti rimanessero immobili. Il suo carisma è ipnotico.

Il dibattito tra Angeli e Demoni apre i giochi, con Elena Santarelli a capo degli Angeli e una concorrente posseduta dai demoni Astarot e Asmodeo, che Bonolis trasforma in Amadeus con la sua prontezza di spirito. “Prima accetterete di avere un lato oscuro e prima sarete meno ipocriti”, affermano i demoni. In questo scontro tra monogamia e altre forme di relazione, i demoni sembrano avere la meglio, definendo gli angeli “demoni castrati alla nascita”.

Le sfide, come da tradizione, sono al centro del programma. Si inizia con il genodrome, erede di Takeshi’s Castle, che coinvolge i concorrenti più giovani. Qui, però, la stranezza si fa sentire: Bonolis annuncia novità, ma in realtà non c’è nulla di nuovo. Manca il gioco dei rulli, che in passato ha causato un grave incidente a un concorrente. Il resto del genodrome rimane invariato. La macchina del tempo, invece, offre i momenti più iconici e trash dello show. Anche la giungla non delude le aspettative. In questa puntata, Madre Natura richiama Giuseppe, paladino della verginità, e un content creator a luci rosse. La prova di coraggio, una fuga da Alcatraz ambientata a Cinecittà, però, non è all’altezza delle aspettative.

Infine, ci sono le note dolenti: Madre Natura e il défilé. La sfilata in bikini della prescelta, con la telecamera che si sofferma sulle curve, in particolare sul lato B, mentre il pubblico maschile ulula e usa il binocolo per guardare oltre i limiti del rispetto, è ancora presente. Lo stesso vale per il défilé, che sembra superfluo e antiquato come quei vestiti che escono dall’armadio dopo troppo tempo. Il disgusto è l’unico sentimento che sembra appropriato. Tuttavia, non si può negare che Ciao Darwin, con il suo intento di mostrare le bassezze più imbarazzanti della società, sia uno specchio perfetto della realtà. Può diventare, con uno sforzo non banale, una rappresentazione cruda e senza filtri di ciò che siamo, che ci piaccia o meno, che sia sgradevole o anacronistico rispetto allo spirito del tempo.