Corte dei Conti, approvata la legge: magistrati contabili criticano le modifiche proposte

dibattito acceso sulla riforma della corte dei conti tra centrodestra e opposizioni, con critiche dei magistrati e modifiche controverse sui controlli e i termini di prescrizione
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magistrati contabili esprimono preoccupazione per le modifiche alla legge approvata dalla corte dei conti nel 2025

Il dibattito sulla riforma della Corte dei conti

Il recente via libera delle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali della Camera ha innescato un acceso dibattito sulla proposta di legge riguardante la Corte dei Conti. Mentre il centrodestra si è schierato a favore, le opposizioni hanno espresso il loro netto dissenso. La discussione generale in Aula è fissata per lunedì, ma le polemiche sono già in fermento.

Le critiche dei magistrati contabili

I magistrati contabili hanno sollevato forti critiche nei confronti del testo, avvertendo che le modifiche proposte potrebbero “stravolgere gli equilibri tra i poteri dello Stato”. L’Associazione magistrati della Corte dei conti ha messo in guardia sulle gravi conseguenze di questa riforma, che rischia di compromettere i controlli sul corretto utilizzo delle risorse pubbliche. “Ci aspettiamo un caos organizzativo, un impoverimento e uno svuotamento delle funzioni della Corte”, ha dichiarato un portavoce dell’associazione, sottolineando il diritto dei cittadini ad avere un giudice indipendente e autonomo nella gestione delle proprie finanze.

Modifiche controverse e scudo erariale

Tra le modifiche più controverse, emerge un emendamento proposto da Fratelli d’Italia che rafforza lo scudo erariale per i politici. Questo emendamento stabilisce che gli amministratori, anche a livello locale, che adottano atti già approvati dagli uffici, siano sempre considerati in “buona fede”. L’unica eccezione a questa regola si applica ai casi di dolo o quando si decide di ignorare pareri contrari, siano essi interni o esterni.

Modifiche ai termini di prescrizione

Un ulteriore emendamento approvato dai relatori ha apportato modifiche ai termini di prescrizione del diritto al risarcimento. Attualmente, il termine di prescrizione è fissato in cinque anni dalla data in cui si è verificato il fatto dannoso. Tuttavia, la novità stabilisce che questo termine decorra “indipendentemente dal momento in cui l’amministrazione o la Corte dei Conti ne sono venuti a conoscenza”, a meno che non si verifichi un occultamento doloso del danno, che deve essere realizzato attraverso una condotta attiva.

Un tema caldo per il futuro della Corte dei conti

La riforma si presenta quindi come un tema caldo, con implicazioni che potrebbero influenzare profondamente il funzionamento della Corte dei Conti e, di conseguenza, la gestione delle finanze pubbliche. Con la discussione in Aula alle porte, l’attenzione è rivolta a come si evolverà questa situazione e quali saranno le reazioni dei vari attori coinvolti.

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