“Covid-19: L’Enea conferma la forte correlazione tra polveri sottili e l’insorgenza del virus”

La relazione tra inquinamento e Covid: uno studio evidenzia l’interazione tra le polveri sottili e il virus

Uno studio condotto dall’Enea – Università di Roma Tor Vergata ha rivelato una possibile relazione tra l’inquinamento e la diffusione del Covid. La ricerca, supportata dal supercalcolatore ENEA-CRESCO6, ha evidenziato un’interazione significativa tra le polveri sottili (PM2.5) e la proteina Spike del virus SARS-CoV-2, responsabile del Covid.

Il metodo di indagine ha coinvolto la verifica della presenza del genoma del virus su campioni di filtri per il PM2.5 raccolti a Bologna durante l’inverno del 2021. Successivamente, sono stati realizzati modelli molecolari semplificati al computer per il PM2.5 e il SARS-CoV-2, e le loro interazioni sono state valutate tramite simulazioni ad alte prestazioni eseguite con il supercalcolatore CRESCO6. Le simulazioni hanno dimostrato che i glicani presenti sulla superficie della proteina Spike svolgono un ruolo importante nell’interazione tra il virus e le particelle di PM2.5.

L’Italia tra i Paesi europei con più morti per smog

Secondo il rapporto annuale dell’Agenzia europea dell’ambiente, Polonia, Italia e Germania sono i Paesi europei in cui lo smog ha il maggior impatto sulla salute. In particolare, in Italia sono attribuibili al particolato sottile PM2.5 46.800 morti, con una perdita di 415.400 anni di vita (701 ogni 100mila abitanti). Nonostante un miglioramento generale dal 2005 al 2021, con una diminuzione del 41% delle morti attribuibili al PM2.5 nell’UE a 27, il 97% della popolazione urbana è ancora esposta a concentrazioni di PM2.5 superiori ai livelli guida stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

La Pianura Padana tra le aree più colpite dallo smog

La Pianura Padana conferma la sua posizione tra le aree con la peggiore qualità dell’aria in Europa, con oltre 89 morti ogni 100mila abitanti attribuibili al PM2.5, simile alle regioni orientali dell’UE. Nonostante il reddito procapite elevato, la Pianura Padana si discosta dalla tendenza che vede le regioni più inquinate corrispondere a quelle a reddito più basso nell’UE. Nel 2021, una centralina smog a Cremona ha registrato la concentrazione media annua più alta di PM2.5 nel Paese, superando di un microgrammo i limiti dell’UE e di oltre cinque volte le linee guida dell’OMS. Stime preliminari per il 2022 indicano che le situazioni più problematiche sono state rilevate a Borgomanero (Novara) e alla centrale Enel di Torchiarolo (Brindisi).

L’inquinamento atmosferico continua ad avere un impatto significativo sulla salute, ma le autorità a livello europeo, nazionale e locale stanno adottando misure per ridurre le emissioni e migliorare la qualità dell’aria. Nonostante i progressi compiuti, è necessario continuare a lavorare per proteggere la salute delle persone e ridurre l’impatto negativo dell’inquinamento atmosferico.