Crisci: valutare Lp(a) è fondamentale per stimare il rischio cardiovascolare individuale

importanza della lipoproteina (a) come fattore di rischio cardiovascolare e sfide nella sua gestione e trattamento attuale.
"Valutazione Lp(a) per il rischio cardiovascolare: Crisci spiega l'importanza." "Valutazione Lp(a) per il rischio cardiovascolare: Crisci spiega l'importanza."
valutare Lp(a) è essenziale per comprendere il rischio cardiovascolare nel 2025, secondo l'esperto Crisci

Il ruolo fondamentale della lipoproteina (a) nel rischio cardiovascolare

Il 18 marzo 2025, a Milano, si è tenuto un incontro intitolato “Non solo colesterolo Ldl: alla scoperta della lipoproteina (a)“, dove il dottor Mario Crisci, dirigente medico dell’Uoc Cardiologia interventistica presso l’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale (Aorn) dei Colli, ospedale Monaldi di Napoli, ha sottolineato l’importanza della lipoproteina (a) come un significativo fattore di rischio cardiovascolare. Secondo Crisci, questa molecola non è solo un indicatore indipendente di rischio, ma ha anche la capacità di aggravare le condizioni di pazienti già affetti da altre patologie cardiovascolari.

Un fattore di rischio spesso ignorato

La lipoproteina (a), una frazione dell’Ldl, si distingue per il suo potenziale aterogeno, che rende i vasi sanguigni più suscettibili a problematiche. “La sua misurazione è semplice e può essere effettuata con un comune esame del sangue“, ha affermato Crisci. “Basta un singolo test per ottenere una stima significativa del valore della Lp(a), che tende a rimanere stabile nel tempo”. Questo rende la Lp(a) un elemento cruciale da considerare nella valutazione del rischio cardiovascolare individuale.

Personalizzazione della valutazione del rischio

Crisci ha evidenziato che non esiste un profilo standard per i pazienti a rischio cardiovascolare. Ogni individuo presenta caratteristiche cliniche uniche, come i livelli di colesterolo, la pressione arteriosa, la glicemia e le abitudini di fumo, che influenzano la sua categoria di rischio. Attraverso specifici punteggi, i medici possono classificare i pazienti in categorie di rischio che spaziano da basso a molto elevato. Questa classificazione è fondamentale per adattare lo screening cardiovascolare e definire i target terapeutici da raggiungere.

Le sfide nella gestione della Lp(a)

Attualmente, la gestione dei pazienti con elevati livelli di Lp(a) presenta notevoli difficoltà. Crisci ha fatto presente che, al momento, non esistono farmaci approvati specificamente per ridurre i livelli di questa lipoproteina. “L’unica opzione efficace è la plasmaferesi, una procedura invasiva”, ha dichiarato. Tuttavia, la ricerca è attiva su nuove tecnologie e farmaci innovativi, come Aso e siRna, che potrebbero rappresentare una svolta nel trattamento della Lp(a) e nella riduzione del rischio cardiovascolare associato.

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