L’Associazione Nazionale Imprese Sorveglianza Antincendio , in collaborazione con la Confederazione Generale dei Sindacati Autonomi dei Lavoratori e il Sindacato Autonomo Vigili del Fuoco , ha sollevato preoccupazioni riguardo alle recenti proclamazioni di sciopero da parte della Federazione dei Lavoratori dei Trasporti . Le date critiche del 16 settembre e del 7 ottobre hanno portato a un acceso dibattito sulla sicurezza e sulla rappresentatività nelle infrastrutture pubbliche, specialmente in un settore così delicato come quello della sorveglianza antincendio.
Le preoccupazioni per la sicurezza pubblica
Secondo la nota congiunta rilasciata dalle organizzazioni, le modalità con cui sono stati proclamati gli scioperi da parte di FILTCGIL sono considerate improperie e potenzialmente pericolose. Le due associazioni sostengono che tali proclami non hanno tenuto conto delle norme di sicurezza decorrenti dalle infrastrutture pubbliche. È stato evidenziato che le violazioni delle regole di rappresentatività sindacale sono state particolarmente gravi e che, nonostante esista un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro che disciplina il settore, le azioni di protesta non sono state modulate per garantire la sicurezza degli utenti e dei lavoratori.
L’ANISA sottolinea che il CCNL della “Sorveglianza Antincendio” è l’unico strumento contrattuale ritenuto valido per le aziende coinvolte, le quali operano in diversi ambiti strategici, tra cui strade, ospedali, stazioni ferroviarie e centri commerciali. Questo contratto, firmato anche dalle organizzazioni sindacali, stabilisce specifiche norme per l’esercizio del diritto di sciopero, che dovrebbero garantire in ogni momento la continuità dei servizi di sorveglianza antincendio, indispensabili per la sicurezza collettiva.
Differenze tra le normative contrattuali
Un punto fondamentale della querelle riguarda la richiesta di FILTCGIL di applicare contratti di lavoro diversi e non attinenti al settore della sorveglianza antincendio. In particolare, si fa riferimento al contratto delle “Guardie ai Fuochi”, limitato alle sole operazioni portuali. Secondo ANISA e CONFSAL, tale richiesta non corrisponde alle esigenze di sicurezza e ai rischi insiti nelle operazioni di sorveglianza antincendio in ambiti diversi.
La problematica si aggrava quando gli scioperi interessano settori come gli ospedali o le stazioni ferroviarie, dove non esistono regolamenti specifici che garantiscano un servizio di sorveglianza antincendio continuo e sicuro. In tal modo, la situazione si fa complessa, poiché la continua astensione dal lavoro può compromettere la sicurezza dei cittadini e il buon funzionamento di infrastrutture critiche.
Necessità di una regolamentazione specifica
Il messaggio delle organizzazioni cooperative è chiaro: è necessario, anzi urgente, definire regole più stringenti per regolamentare l’esercizio del diritto di sciopero, tenendo conto della specificità del settore della sorveglianza antincendio. L’accento è posto sull’importanza di garantire uffici e servizi essenziali sotto il profilo della sicurezza pubblica, specialmente in contesti ad alta densità di persone e rischi di incendi.
ANISA, CONFSAL e CONFSAL-VVF avanzano la proposta di un sistema di contingentamento minimo per le operazioni di sorveglianza antincendio, in modo che la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini venga sempre affrontata e non sottovalutata durante i periodi di astensione collettiva. Ciò consentirebbe di trovare un equilibrio tra i diritti dei lavoratori e le esigenze della collettività, evitando così il ricorso indiscriminato agli scioperi che possono determinare un danno maggiore ai servizi pubblici essenziali.
Il futuro della sorveglianza antincendio
Infine, alla luce di queste problematiche, ANISA, CONFSAL e CONFSAL VVF stanno avviando un dialogo per rinnovare il CCNL della sorveglianza antincendio. L’intenzione è quella di giungere a una regolamentazione generale del diritto di sciopero che non solo rispetti le attuali normative ma garantisca anche l’efficacia e la sicurezza dei servizi di sorveglianza antincendio. È una necessità impellente che mira a risolvere le criticità emerse e a ridurre il ricorso alle azioni di sciopero che rischiano di gravare pesantemente sui diritti dei lavoratori e sulla sicurezza pubblica.