Il panorama politico europeo sta vivendo una rapida metamorfosi, con il presidente francese Emmanuel Macron che si trova al centro di questo cambiamento. Secondo Jean Pierre Darnis, professore di storia contemporanea alla LUISS di Roma e di relazioni franco-italiane all’Università di Nizza, il momento attuale è cruciale non solo per la Francia, ma anche per la Germania, che sta abbandonando l’austerità per investire in modo significativo nella difesa. Darnis ha condiviso le sue riflessioni in un’intervista con Adnkronos, evidenziando come Parigi e Londra stiano tracciando la rotta su questioni di difesa e sulla situazione in Ucraina.
Il ritorno di Macron
“È il momento Macron“, afferma Darnis, richiamando l’attenzione su un’analisi del New York Times che descrive il recente periodo della presidenza francese. Dalla crisi delle elezioni anticipate alla difficoltà di formare un governo, fino all’impatto dell’elezione di Donald Trump, il presidente francese ha affrontato sfide significative. “La stabilizzazione della politica interna è avvenuta dopo che il governo Bayrou ha resistito alla censura in Parlamento”, spiega Darnis. Questo ha segnato un punto di svolta, consentendo a Macron di riprendere il controllo della situazione.
La pressione internazionale, in particolare legata alla crisi ucraina e al rinnovato protagonismo della Russia, ha ulteriormente spinto Macron a prendere decisioni decisive. “Con un mandato forte in politica estera e difesa, Macron ha l’esperienza necessaria per affrontare le sfide attuali”, aggiunge Darnis. Tuttavia, il professore avverte che, mentre l’Italia può giocare un ruolo importante nei negoziati commerciali, le questioni di sostegno militare e nucleare rimangono nelle mani delle potenze nucleari europee: Francia e Regno Unito.
Strategia francese e autonomia
Darnis si sofferma sull’idea di autonomia strategica, un concetto che risale all’era di De Gaulle e che continua a guidare la politica francese. “Macron non sta accelerando troppo; la Francia ha sempre sostenuto l’importanza della dissuasione nucleare sovrana”, afferma il professore. In un contesto in cui la fiducia negli Stati Uniti è diminuita, la posizione francese si rafforza, con priorità chiare: sostenere l’Ucraina e dissuadere la Russia dall’aggressione nei confronti dei Paesi vicini. “Macron sta agendo nel suo ruolo e non sta strumentalizzando la politica estera per fini interni”, sottolinea Darnis.
Tuttavia, la situazione italiana è ben diversa. Darnis evidenzia tre fattori che complicano il quadro: il pacifismo tradizionale che ostacola le operazioni militari, una parte della popolazione italiana che è filorussa e una certa attrazione verso il trumpismo. Questi elementi rendono il percorso del governo italiano più complesso rispetto a quello francese.
Il nuovo corso della Germania
Il rinnovato rapporto tra Francia e Regno Unito, sotto la guida di Keir Starmer, segna un cambiamento significativo dopo anni di tensioni legate alla Brexit. Darnis sottolinea che, oltre a una storica alleanza militare, esiste una convergenza strategica tra i due Paesi riguardo alla minaccia russa e alla necessità di affrontarla. “La vera novità è che anche la Germania di Friedrich Merz sta cambiando rotta”, afferma il professore.
Dopo un lungo periodo di pacifismo, la Germania ha iniziato a riconsiderare i suoi legami transatlantici e ha avviato un rilancio della sua industria della difesa. “Questo movimento tedesco è molto più significativo e potrebbe avere ripercussioni positive anche per l’industria della difesa italiana”, conclude Darnis. Con la Germania che si allinea sempre più alle posizioni di Francia e Regno Unito, il futuro della difesa europea sembra destinato a un’evoluzione profonda e dinamica.