Il dibattito sulla riforma della giustizia in Italia sta vivendo un momento di forte intensificazione. Il sottosegretario Andrea Delmastro ha cercato di chiarire la sua posizione in seguito alle polemiche generate da un recente articolo di giornale. In un comunicato del 14 marzo 2025, Delmastro ha dichiarato che le sue affermazioni, fatte durante un colloquio informale, sono state mal interpretate. “Ribadisco che l’impianto della riforma è ottimo e che c’è un’ampia condivisione all’interno della maggioranza”, ha affermato il deputato di Fratelli d’Italia, evidenziando la volontà di procedere rapidamente verso l’approvazione della riforma.
Delmastro ha inoltre sottolineato l’importanza del sorteggio e dell’alta corte disciplinare, elementi che, secondo lui, garantiranno una reale indipendenza della magistratura dalla politica. “La magistratura rimarrà finalmente fuori dalla sfera politica”, ha dichiarato, specificando che durante la stesura della riforma si è discusso di due opzioni: un Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) unico e uno a doppio livello, ognuno con i propri vantaggi e svantaggi. “La soluzione finale è stata concordata e sostenuta senza esitazioni da tutto il centrodestra”, ha concluso Delmastro, respingendo qualsiasi interpretazione alternativa come una distorsione della realtà .
Le preoccupazioni dell’anm
La reazione dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) non si è fatta attendere, con forti preoccupazioni espresse riguardo alle affermazioni di Delmastro. Rocco Maruotti, segretario dell’Anm, ha dichiarato che le parole del sottosegretario rivelano una chiara intenzione del governo di subordinare il pubblico ministero alle direttive del potere esecutivo. “Questa riforma non è sufficiente e comporterà la necessità di limitare il potere di impulso delle indagini da parte del pubblico ministero”, ha affermato Maruotti, aggiungendo che ora è evidente che la riforma non migliorerà il sistema giudiziario, ma piuttosto assoggetterà i magistrati al controllo governativo.
Maruotti ha avvertito che, a seguito delle dichiarazioni di Delmastro, sarà più difficile per il governo sostenere che la riforma non avrà conseguenze significative. “Le parole del sottosegretario introducono un importante elemento di chiarezza”, ha aggiunto, evidenziando come la riforma potrebbe portare a una maggiore ingerenza politica nella giustizia.
Le dichiarazioni di delmastro
Nel suo intervento, Delmastro ha anche espresso preoccupazioni riguardo alla proposta di un doppio Csm, avvertendo che potrebbe portare a un errore strategico. “O si porta il pm sotto l’esecutivo, come avviene in molti paesi, oppure si deve togliere il suo potere di impulso sulle indagini”, ha affermato, sottolineando che un Csm dedicato al pubblico ministero potrebbe generare conflitti e tensioni all’interno del sistema giudiziario. “Un pm con un proprio Csm avrà accesso a privilegi che potrebbero portarlo a conflitti con i giudici”, ha avvertito, aggiungendo che questa situazione potrebbe rivelarsi dannosa per l’intero sistema.
Delmastro ha quindi ribadito la necessità di una riforma che garantisca l’indipendenza della magistratura, ma ha anche messo in guardia contro i rischi di una gestione inadeguata delle riforme proposte. La tensione tra il governo e l’Anm continua a crescere, con entrambe le parti pronte a un confronto sempre più acceso sulla direzione futura della giustizia in Italia.