Divisioni nel Partito Democratico sul riarmo Ue: richieste di dialogo per Elly Schlein

voto sul piano ReArmEu rivela divisioni nel Partito Democratico, con 10 favorevoli e 11 astenuti, mentre cresce la tensione e si parla di un possibile Congresso.
"Divisioni nel Partito Democratico sul riarmo Ue: Elly Schlein chiede dialogo interno." "Divisioni nel Partito Democratico sul riarmo Ue: Elly Schlein chiede dialogo interno."
divisioni nel partito democratico sul riarmo dell'ue: elly schlein chiede un dialogo costruttivo per superare le tensioni interne nel 2025

A Strasburgo, il recente voto sul piano ReArmEu ha messo in luce le profonde divisioni all’interno del Partito Democratico, evidenziando una frattura significativa tra i suoi membri. Gli europarlamentari dem si sono schierati in modo netto: 10 hanno votato a favore, mentre 11 si sono astenuti. Questo non rappresenta solo un semplice confronto, ma una chiara manifestazione di divergenze politiche amplificate dalla leadership di Elly Schlein. I riformisti si sono uniti compatamente per sostenere il piano, mentre Nicola Zingaretti, capo delegazione, ha cercato di indirizzare il gruppo verso l’astensione per evitare un voto contrario. Tuttavia, la frattura rimane irrisolta.

Dopo il voto, Schlein ha ribadito le sue critiche al piano, affermando che “quel piano va cambiato” e promettendo un impegno costante per apportare modifiche. La questione della difesa europea ha generato un acceso dibattito interno al partito, con la parola “Congresso” che ha cominciato a circolare tra i membri, segno di una crescente tensione.

Chi ha votato sì e chi si è astenuto

L’immagine che emerge da Strasburgo è chiara. A favore del piano si sono schierati nomi di spicco come Stefano Bonaccini, presidente del partito, e Antonio Decaro, insieme a figure come Giorgio Gori e Elisabetta Gualmini. Tra gli astenuti figurano Zingaretti, Lucia Annunziata e Brando Benifei, solo per citarne alcuni. È interessante notare che, nel gruppo S&D, gli unici astenuti sono stati gli italiani, un bulgaro, un irlandese e uno sloveno. Un episodio curioso ha coinvolto Annunziata, inizialmente conteggiata tra i favorevoli e poi corretta come astenuta.

In un clima di sospetto, alcuni eurodeputati hanno evidenziato la presenza di Nardella tra gli astenuti, insieme a Strada e Tarquinio, entrambi noti per le loro posizioni contrarie al piano. Tarquinio ha persino ammesso in un’intervista che un voto contrario da parte sua avrebbe potuto influenzare il risultato finale, suggerendo che la sua astensione fosse una strategia per mantenere un equilibrio all’interno della delegazione.

La risposta di Boldrini ai riformisti

In risposta alle critiche dei riformisti, Laura Boldrini ha espresso sorpresa per la mancanza di unità nel voto, sottolineando che l’astensione proposta da Schlein avrebbe dovuto essere la scelta condivisa. Ha avvertito che non è il momento di alimentare divisioni interne. Anche all’interno della maggioranza, ci sono stati appelli per un confronto aperto. Gianni Cuperlo ha insistito sulla necessità di una discussione seria, riconoscendo che è una responsabilità collettiva e nell’interesse della segretaria.

Andrea Orlando, invece, ha proposto l’idea di un Congresso tematico, ritenendolo utile per portare il dibattito oltre il ristretto gruppo dirigente e chiarire le idee all’interno del partito. La tensione è palpabile e la necessità di un dialogo costruttivo appare sempre più urgente, mentre il Pd si trova a un bivio cruciale nella sua evoluzione politica.

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