È stata eletta la spiaggia più bella al mondo del 2025: si trova in Italia

Cala Goloritzè Cala Goloritzè
Cala Goloritzè, È stata eletta la spiaggia più bella al mondo del 2025 ( Fonte Facebook @Cala Goloritzè - Baunei ) - tendenzediviaggio.it

Dalla costa ogliastrina a Stintino, due spiagge sarde entrano nella top 50 mondiale: Cala Goloritzè conquista il primo posto, La Pelosa chiude la classifica ma resta tra le mete più iconiche del Mediterraneo.

Cala Goloritzè, affacciata sulla costa orientale della Sardegna, è stata nominata spiaggia più bella del mondo. A dirlo è la classifica 2025 di The World’s 50 Best Beaches, pubblicata ieri pomeriggio sul sito ufficiale della selezione. Per la prima volta, una località italiana conquista il gradino più alto della lista, dominata negli anni scorsi da lidi caraibici o isolani dell’Oceania.

La notizia ha fatto rapidamente il giro delle agenzie, confermando quanto già sapevano in molti: tra le falesie bianche del golfo di Orosei si nasconde uno dei tratti più incontaminati d’Europa.

Una spiaggia remota, protetta da leggi e chilometri

Cala Goloritzè non è facile da raggiungere. Serve camminare, per un’ora e mezza, lungo un sentiero che parte dall’altopiano del Supramonte, oppure arrivarci via mare, ma senza superare il limite dei 200 metri imposto per la tutela dell’area marina. Lontana dai servizi, priva di stabilimenti o strutture, la cala si presenta con ciottoli chiari e acque trasparenti che virano dal celeste all’indaco. Tutto intorno, le pareti verticali della costa ogliastrina e un pinnacolo di roccia alto 143 metri che svetta solitario alle spalle della battigia.

Dal 1995 la spiaggia è riconosciuta come monumento naturale dalla Regione Sardegna, ma da anni è al centro anche di un esperimento di gestione ambientale. L’accesso è limitato a un numero massimo di 250 persone al giorno, il biglietto va prenotato online e ogni estate un piccolo gruppo di volontari controlla i flussi lungo il sentiero, verifica i rifiuti lasciati a terra e segnala eventuali comportamenti scorretti.

Nelle motivazioni della giuria internazionale si parla di “luogo in cui il paesaggio non è stato ancora piegato al turismo”. Una frase che fotografa bene la situazione. Chi arriva qui lo fa per scelta. Non è una spiaggia di passaggio. E proprio per questo mantiene il suo equilibrio.

Cala Goloritzè
Cala Goloritzè, conquista il primo posto ( Fonte Facebook @Cala Goloritzè Baunei ) – tendenzediviaggio.it

In fondo alla stessa classifica, al cinquantesimo posto, c’è un’altra spiaggia sarda: La Pelosa, a due chilometri da Stintino. Diversa in tutto da Goloritzè, ma non meno fotografata. Sabbia bianca, fondale basso, mare piatto e colori quasi tropicali. Il contrasto con la torre aragonese che guarda la baia dall’isolotto di fronte dà l’illusione di trovarsi in un altro continente.

Proprio la sua celebrità è diventata, nel tempo, il problema principale. La pressione turistica ha portato con sé erosione, inquinamento da plastica, perdita di biodiversità. Il Comune ha dovuto intervenire, in modo netto. Dal 2020 chi entra deve prenotare, pagare un ticket, usare teli ecologici e rispettare un regolamento rigido. I controlli sono quotidiani, e le sanzioni per chi sbaglia possono superare i 400 euro.

Il piano di salvaguardia è stato oggetto di studio da parte di altri comuni costieri, in Italia e all’estero. La capienza massima è stata fissata a 1.500 persone al giorno, e nei mesi estivi l’ingresso viene scaglionato per evitare picchi. In più, è stato installato un sistema di videosorveglianza e posizionate passerelle in legno per ridurre il calpestio diretto sulla sabbia.

Secondo gli ultimi dati raccolti dal Comune di Stintino, negli ultimi due anni l’erosione si è ridotta e la qualità ambientale è tornata a livelli accettabili. Un risultato che non elimina i problemi, ma mostra che la convivenza tra turismo e tutela è possibile, se si fissano regole chiare e si ha il coraggio di farle rispettare.

La Sardegna convince con un modello che premia il paesaggio

Due spiagge nella classifica mondiale, una in vetta. Un segnale forte per un’isola che da anni lavora sul fronte della sostenibilità turistica, anche in assenza di grandi investimenti pubblici. A Goloritzè si arriva a piedi, con scarpe da trekking. A La Pelosa si entra solo con prenotazione. E in entrambi i casi non si trovano chioschi, lidi attrezzati o musica ad alto volume.

La Regione monitora le presenze. A Baunei, tra il 2022 e il 2024, gli arrivi sono cresciuti in media del 10% all’anno. A Stintino, nonostante le restrizioni, i numeri sono rimasti alti, ma più ordinati. La maggior parte dei visitatori proviene dall’estero: tedeschi, olandesi, francesi, in aumento anche i flussi dal Canada e dall’Australia. Un turismo meno frenetico, più attento. Spesso, chi arriva, si ferma pochi giorni e visita anche zone interne.

Il risultato ottenuto dalla Sardegna nel 2025 sembra confermare che una via alternativa esiste. Non è fatta di resort o spiagge affollate, ma di percorsi lenti, regole precise e rispetto per i luoghi. Un modello che oggi, dopo anni di tentativi, viene riconosciuto anche fuori dall’Italia. E che potrebbe diventare un punto di riferimento per chi cerca un equilibrio tra bellezza e responsabilità.

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