Claudio Baglioni torna con il terzo capitolo della sua trilogia, ‘A Tutto Cuore’, e lo fa in grande stile. La prova generale al Foro Italico è stata imponente: un enorme cuore rosso campeggia sul palco in 3D, con 450 luci a effetto led, una band orchestra composta da 21 polistrumentisti e 101 artisti che si avvicendano sul palco insieme a Baglioni. La coreografia, ideata da Giuliano Peparini, mescola linguaggi diversi, con saltimbanchi, acrobati, danzatori e maschere che si muovono sulla scena. Durante lo show, Baglioni esegue 40 grandi successi del suo repertorio, dalla rivisitazione di hit come ‘Quanto ti voglio’ a ‘Questo piccolo grande amore’ fino al finale emozionante di ‘La Vita è Adesso’. L’obiettivo di Baglioni con questo spettacolo è quello di offrire al pubblico una fuga dalla realtà e alzare il numero di cose belle, sognanti, positive e interessanti. Il cantautore romano cerca di non crogiolarsi sugli allori e cerca la non omologazione. Baglioni non esclude la possibilità di portare lo show negli stadi. Nella chiacchierata post concerto, Baglioni affronta anche il tema dei migranti a Lampedusa, dove è cittadino onorario. Il cantautore spiega che bisogna trovare una soluzione senza che diventi materia per scopi elettorali e critica gli anni della direzione artistica di ‘O Scià’, sottolineando che non è cambiato nulla. Baglioni conclude dicendo che Lampedusa è stata vittima di molte inesattezze e rivela che forse tornerà a Sanremo, ma come direttore artistico. In attesa di future date, il pubblico ha avuto 26 appuntamenti in tutta Italia per sognare ‘A Tutto Cuore’.
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