Il 2025: Un anno cruciale per la groenlandia
Nel 2025, la Groenlandia si prepara a vivere un momento decisivo per la sua democrazia locale, con le elezioni per il nuovo parlamento nazionale che coinvolgeranno circa 41.000 elettori. Questo evento, un tempo di scarso interesse per chi non risiedeva a Nuuk o a Copenaghen , ora assume un significato completamente nuovo. A influenzare le scelte degli elettori è il presidente degli Stati Uniti , Donald Trump, le cui recenti dichiarazioni sul controllo dell’isola hanno riacceso il dibattito sull’ autonomia groenlandese.
Le dichiarazioni di Trump
Il presidente americano ha ribadito la sua intenzione di “prendere il controllo della Groenlandia in un modo o nell’altro”, nonostante il territorio sia perlopiù inospitale e coperto per l’80% da ghiaccio . In un post su Truth , Trump ha affermato: “Gli Stati Uniti sostengono fermamente il diritto del popolo groenlandese a determinare il proprio futuro”. Ha anche promesso investimenti miliardari per creare posti di lavoro e migliorare le condizioni economiche dell’isola, suggerendo che gli Stati Uniti potrebbero accogliere la Groenlandia come parte della loro nazione.
Questa non è la prima volta che Trump si esprime sulla Groenlandia . Durante il suo primo mandato, aveva formulato un’offerta ufficiale per acquistare l’isola dalla Danimarca , evidenziando la sua importanza strategica. La reazione di Copenaghen e Nuuk fu immediata e netta: la premier danese, Mette Frederiksen, definì l’idea “assurda”, ribadendo che la Groenlandia non è in vendita. Anche il premier groenlandese di allora, Kim Kielsen, si oppose fermamente, affermando che l’isola non aveva intenzione di essere ceduta e che avrebbe continuato a perseguire la propria autonomia .
Il sentiment groenlandese
A sei anni di distanza, il clima politico in Groenlandia non sembra essere cambiato. L’attuale premier, Mute Egede, ha espresso preoccupazione per l’“imprevedibilità ” di Trump, sottolineando come le sue affermazioni stiano influenzando vari scenari globali. Egede ha dichiarato che la Groenlandia non guarda più agli Stati Uniti con lo stesso interesse di un tempo, proprio a causa della pressione esercitata dal presidente americano.
Il leader della coalizione di sinistra indipendentista , al governo dal 2021, è considerato il favorito per la riconferma, sebbene i sondaggi mostrino un calo nei consensi. Il suo partito, Inuit Ataqatigiit, è previsto ottenere il 31% dei voti, superando di nove punti l’attuale alleato, Siumut. Tuttavia, i partiti di opposizione, tra cui i centristi di Naleraq, stanno guadagnando terreno, proponendo legami più stretti con Washington . Tra i candidati spicca l’influencer Qupanuk Olsen, nota per la sua serie su YouTube “Q’s Greenland “.
I movimenti indipendentisti
Il desiderio di autonomia è radicato nella storia recente della Groenlandia . Nel 2009, la popolazione ha votato in un referendum a favore dell’autogoverno, avviando un percorso verso l’ indipendenza che oggi è tornato al centro del dibattito politico. Molti groenlandesi aspirano a liberarsi dal controllo danese, che attualmente gestisce settori cruciali come la politica monetaria, la difesa e gli affari esteri. Tuttavia, la questione dell’ indipendenza è complessa, poiché Copenaghen contribuisce a oltre la metà del bilancio groenlandese, finanziando servizi essenziali.
I movimenti per l’ indipendenza puntano sulle risorse naturali dell’isola, come terre rare e giacimenti petroliferi, per finanziare un futuro Stato sovrano. Tuttavia, rimane aperta la questione: a quali condizioni la Groenlandia dovrebbe stringere accordi con potenze estere? La piccola comunità groenlandese, composta da circa 56.000 abitanti, è profondamente legata alla natura , e il dibattito sul futuro dell’isola si concentra anche sulla sostenibilità di un eventuale sfruttamento economico su larga scala.