Emilia Pérez, il Messico ricreato in Francia: dove è stato girato il musical con Zoe Saldaña

Il film Emilia Pérez ricostruisce il Messico in studi parigini e affronta temi forti come identità di genere, narcotraffico e trasformazione personale, tra musical e polemiche.

Emilia Pérez, firmato dal regista francese Jacques Audiard, è un musical drammatico che sfida ogni etichetta, miscelando crime, identità trans, critica sociale e lirismo scenico. Presentato in anteprima al Festival di Cannes 2024, il film nasce come adattamento libero del romanzo Écoute di Boris Razon, e ha già lasciato il segno per temi audaci, scelte registiche anticonvenzionali e scenografie sorprendenti.

La trama: tra metamorfosi, fuga e riscatto

La protagonista è Rita Moro Castro, avvocata penalista interpretata da Zoe Saldaña, che viene ingaggiata da un potente boss del narcotraffico messicano, Manitas Del Monte, deciso a compiere la transizione di genere. Dopo l’intervento, Manitas scompare e rinasce come Emilia Pérez, cercando di abbandonare la criminalità per costruire una nuova vita. Ma il passato, come spesso accade, torna a bussare. Tra scene musicali coreografate e momenti di grande intensità, il film indaga il senso di identità, famiglia e giustizia personale.

La geografia narrativa di Emilia Pérez

Nel film, i personaggi viaggiano in tutto il mondo: da Città del Messico a Bangkok, passando per Tel Aviv, Londra e persino Losanna, ma la verità è che nessuna di queste location è reale. L’intero progetto è stato girato in Francia, presso gli studios di Saint-Denis, nella periferia di Parigi. Audiard ha voluto ricreare l’universo visivo di Emilia Pérez in spazi costruiti e teatrali, privilegiando l’artificio visivo rispetto al realismo geografico.

Il Messico (finto) nei teatri francesi

Gli ambienti messicani del film non sono stati ripresi in Sud America, bensì interamente ricostruiti negli studi francesi. Tra ex fabbriche e capannoni trasformati in set, ogni luogo è frutto di una precisa scelta registica: mettere in scena un Messico mitico, più che realistico. Questa decisione ha generato critiche in patria, con accuse di appropriazione culturale e rappresentazione stereotipata, ma Audiard ha difeso la sua visione come universale e simbolica.

Un set fisso per un viaggio immaginario

Curiosamente, nel cast tecnico figura anche Diego Fernando Diosa, accreditato come location scout in Messico, il che ha alimentato le voci secondo cui alcune riprese esterne potrebbero essere state realmente girate sul posto. In particolare, le sequenze di apertura coreografate per strada sembrano avere una fotografia troppo reale per essere solo ricostruita, ma ad oggi la produzione non ha confermato nulla ufficialmente.

I luoghi della finzione: Bangkok, Tel Aviv, Londra, Losanna

Nonostante tutto sia girato a Parigi, il film porta i suoi protagonisti in un viaggio tra continenti. Rita vola a Bangkok per informarsi sugli interventi di transizione, poi a Tel Aviv per incontrare il chirurgo Wasserman. Dopo la rinascita di Manitas come Emilia, Rita si rifugia a Londra, dove conduce una vita agiata. In un secondo momento, ritrova Emilia e si reca a Losanna, per riportare i suoi figli e la ex moglie Jessi a Città del Messico. Ma anche questa volta, tutto ciò avviene senza uscire dai confini francesi.

Un musical politico e sentimentale

Emilia Pérez è molto più di un musical: è una riflessione su chi siamo e chi scegliamo di essere, ambientata in una realtà immaginaria che attinge alla cronaca, ma si libera della sua rigidità per raccontare una storia personale e collettiva. Tra scelte visive forti, colonne sonore vibranti e una narrazione non lineare, Audiard costruisce un’opera che rimarrà nel dibattito per molto tempo, tra chi la considera visionaria e chi la definisce provocatoria.

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