Europa: l’Italia si presenta come un paese bipolare, mentre l’Europa si avvicina al centro

L’Europa: un panorama politico variegato

Nel contesto politico italiano, il centro si sta riducendo sempre di più, sia a causa dei litigi tra i suoi esponenti principali, sia per la nettezza con cui destra e sinistra presidiano lo schema bipolare. Tuttavia, quando si guarda oltre i confini nazionali, il panorama politico europeo sembra essere molto più variegato. Le elezioni europee si svolgeranno con un sistema proporzionale, quindi ogni partito correrà per conto proprio, cercando di rubare voti anche dai propri alleati più vicini. È facile immaginare che Meloni e Salvini si contenderanno i voti di destra, così come Schlein e Conte faranno con quelli di sinistra. Non li vedremo salire sullo stesso palco, né gli uni né gli altri. Inoltre, ogni partito ha stabilito alleanze, strategie e collegamenti a Bruxelles che differiscono dalle dinamiche nazionali. I tre partiti di maggioranza hanno riferimenti diversi nel Parlamento europeo, così come i principali partiti di sinistra. Anche i partiti più piccoli che presidiano il centro hanno porti separati. Questo dimostra la difficoltà di conciliare le logiche nazionali con quelle comunitarie.

Inoltre, è molto probabile che dopo le elezioni europee, una parte della maggioranza e una parte dell’opposizione si troveranno unite sotto il governo comunitario. Ad esempio, potrebbe capitare che Meloni e Schlein si trovino alleate a Bruxelles senza pensare di poterlo fare a Roma. Al contrario, Salvini e Conte sembrano destinati a militare in formazioni di opposizione. Non è realistico pensare che in Europa si possa giocare secondo le regole bipolari tradizionali. Ci sono troppi paesi, troppi partiti e troppi interessi diversi in gioco. La collaborazione tra forze diverse e potenzialmente antagoniste diventerà inevitabile. Popolari, liberali e socialisti già governano insieme in Europa. La loro maggioranza potrebbe non essere più tale, ma è ancora più improbabile che venga esclusa. Ai conservatori che non avranno la forza di rovesciare lo schema attuale verrà chiesto di unirsi a loro. Passo dopo passo, si darà vita a una maggioranza ampia e variegata, in grado di fornire una maggiore solidità alla costruzione europea.

Questa scelta è saggia e inevitabile, ma solleva alcune perplessità sul rapporto tra politiche nazionali ed europee. In passato, l’Europa era la stella polare dei partiti italiani, ma sembra che a Bruxelles ci sia una sorta di “libera uscita” per tutti. Si finisce per praticare formule più fantasiose oltre i confini nazionali, che sono precluse dalle rigide regole delle contese politiche interne.