Ospiti speciali a Verissimo
Oggi, sabato 22 marzo 2025, il programma Verissimo, condotto da Silvia Toffanin, ha accolto una delle coppie più amate del panorama dello spettacolo italiano: Eva Grimaldi e Imma Battaglia. Le due donne, unite da un amore profondo che dura dal 2019, hanno vissuto un momento di intensa emozione, condividendo esperienze dolorose legate agli abusi subiti durante l’infanzia.
Le storie di Eva e Imma
Con la voce rotta dall’emozione, Eva ha aperto il suo cuore, raccontando un episodio traumatico vissuto all’età di nove anni. “Ero alle elementari e un amico di famiglia mi portò a vedere la nuova casa che stava preparando per me e la mia famiglia. Una volta dentro, mi ha portato in camera, cosa che mi sembrò subito strana. Mi disse di sistemarmi sulla rete del letto e, con un gesto inaspettato, iniziò a toccarmi le cosce”, ha spiegato la Grimaldi, visibilmente scossa. “Non volevo che andasse oltre, ma non avevo la forza di fermarlo. Mi portò in bagno e cominciò a masturbarsi, costringendomi a guardarlo. Piangevo disperata, ma non potevo scappare”, ha aggiunto, con le lacrime agli occhi.
Anche Imma ha condiviso la sua storia, rivelando di aver vissuto un’esperienza simile a dodici anni. “Era un amico di famiglia anche lui. Mi portò nel suo studio e non capivo cosa volesse fare. Era tutto così strano e terribile”, ha raccontato, mostrando il peso di un ricordo che l’ha segnata profondamente.
Il coraggio di parlare
Silvia Toffanin ha chiesto alle due donne perché non avessero mai parlato di queste esperienze prima d’ora. Eva ha rivelato di aver finalmente trovato il coraggio di raccontarlo ai suoi genitori solo a trent’anni, dopo la morte dell’aggressore. “Avevo tanta paura. Ogni volta che lo incontravo, il suo sguardo era come una minaccia. Nemmeno i miei fratelli sapevano nulla”, ha confessato.
Un messaggio di speranza
In un momento di grande solidarietà , Eva e Imma hanno sottolineato l’importanza di denunciare tali abusi, esortando chiunque si trovi in situazioni simili a non rimanere in silenzio. “Ricordiamo sempre che bisogna denunciare”, hanno concluso, lasciando un messaggio di speranza e coraggio a tutti coloro che ascoltano.