Femminicidio: il Parlamento approva l’ergastolo e pene più severe per stalking e violenza

approvata legge sul femminicidio con pene più severe per violenza di genere e misure di protezione per le vittime, in risposta a recenti omicidi di giovani donne.
"Femminicidio: approvazione dell'ergastolo e pene più severe per stalking e violenza dal Parlamento." "Femminicidio: approvazione dell'ergastolo e pene più severe per stalking e violenza dal Parlamento."
Il Parlamento del 2025 approva l'ergastolo per femminicidio e inasprisce le pene per stalking e violenza di genere

Il Parlamento ha recentemente approvato una legge che introduce il reato di femminicidio e inasprisce le pene per stalking e violenza, scatenando un ampio dibattito pubblico. La ministra per le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, ha messo in evidenza l’urgenza di questa normativa, soprattutto in seguito ai tragici omicidi di giovani studentesse. “La situazione è impressionante per età e modalità”, ha dichiarato Roccella, sottolineando la necessità di un intervento legislativo immediato e coordinato.

La nuova legge sul femminicidio

Il disegno di legge, approvato all’inizio di marzo dal Consiglio dei Ministri, introduce nel Codice Penale il reato di femminicidio, distinto dall’omicidio tradizionale e punito con l’ergastolo. Questo provvedimento, attualmente in attesa di esame da parte della commissione Giustizia, rappresenta un passo significativo nella lotta contro la violenza di genere. Roccella ha sottolineato che il riconoscimento della specificità di questo fenomeno potrebbe migliorare le strategie di prevenzione e intervento, specialmente per gli operatori del settore.

Aggravanti e pene più severe

La nuova legge non si limita all’introduzione del femminicidio, ma prevede anche un inasprimento delle pene per vari reati gravi. Tra questi, maltrattamenti in famiglia, lesioni gravi, mutilazioni genitali femminili e violenza sessuale aggravata. Le nuove disposizioni introducono aggravanti significative, aumentando le pene per tali reati e mirando a un maggiore deterrente per i potenziali trasgressori. Inoltre, il ddl stabilisce misure specifiche per la protezione delle vittime, come l’obbligo per il Pubblico Ministero di ascoltare personalmente le donne offese entro tre giorni dalla denuncia.

Misure di custodia e formazione

Un altro aspetto fondamentale della nuova normativa riguarda le misure cautelari. In presenza di gravi indizi di colpevolezza per reati previsti dal codice rosso, è prevista l’applicazione di custodia cautelare in carcere o arresti domiciliari, con l’uso di braccialetti elettronici. La legge introduce anche restrizioni sui benefici penitenziari per i condannati per reati di violenza di genere, che potranno accedervi solo dopo una valutazione positiva da parte del magistrato o del tribunale di sorveglianza, previa osservazione di almeno un anno.

In aggiunta, il ddl rafforza gli obblighi formativi per i magistrati, rendendo obbligatori corsi specifici sul contrasto alla violenza sulle donne e alla violenza domestica. “Questa spirale di violenza deve essere fermata in ogni modo”, ha concluso Roccella, evidenziando l’importanza di un approccio culturale oltre che legislativo.

Con queste misure, il governo intende non solo punire i reati, ma anche promuovere un cambiamento culturale che possa prevenire la violenza di genere e garantire maggiore sicurezza alle donne.

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