Fiumicino, Satta sollecita chiarezza sulla destinazione del nuovo porto tra turismo e crociere

discussioni sul nuovo porto di Fiumicino: preoccupazioni per la morfologia costiera e richieste di chiarezza sulla destinazione d’uso da parte della Royal Caribbean.
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Satta chiede trasparenza sul futuro del nuovo porto di Fiumicino, evidenziando l'importanza per il turismo e le crociere nel 2025

Fiumicino, 24 marzo 2025: La questione del nuovo porto

La questione riguardante il nuovo porto di Fiumicino continua a generare dubbi e discussioni tra i cittadini e le autorità locali. Luigi Satta, ex delegato alla portualità del Comune, ha recentemente sottolineato l’urgenza di una maggiore chiarezza sulla destinazione finale dell’infrastruttura che la Royal Caribbean intende sviluppare. “È fondamentale che la compagnia chiarisca in modo definitivo quale sarà l’uso effettivo dell’opera”, ha affermato Satta, evidenziando l’importanza di un dibattito aperto su un progetto che ha acceso animati confronti in città.

Il progetto iniziale e le sue evoluzioni

L’idea originale, approvata quasi all’unanimità dal Consiglio comunale nel 2010, prevedeva la creazione di un porto turistico da diporto. Tuttavia, sembra che la Royal Caribbean stia modificando i propri piani, puntando verso uno scalo per navi da crociera, scelta che ha ricevuto il supporto dell’amministrazione precedente. Satta ha messo in evidenza che, oltre al cambiamento della destinazione d’uso, il progetto iniziale includeva una significativa volumetria per nuove costruzioni, aspetto che ora sembra mancare.

Preoccupazioni sulla morfologia della costa

L’ex delegato ha espresso preoccupazione per la mancanza di una valutazione approfondita delle caratteristiche morfologiche della costa di Fiumicino. “Il litorale in quella zona è caratterizzato da una costa sabbiosa e fondali che, a un miglio dalla riva, non superano i dieci metri”, ha spiegato Satta. Inoltre, i venti predominanti, che soffiano principalmente da sud-ovest, rendono ancor più complesso l’approdo delle grandi navi. “Nei porti dove attraccano le navi da crociera, i fondali in banchina superano i 10-15 metri, mentre all’entrata il pescaggio minimo è di almeno 15 metri. A Fiumicino, queste condizioni non esistono”, ha aggiunto.

Un porto turistico per la riqualificazione

Satta ha anche ricordato come, insieme a molti altri cittadini, abbia sempre sostenuto l’idea di un porto turistico nei pressi del vecchio faro, dismesso nel 1971. “La bonifica del faro e la riaccensione simbolica della lanterna, a scopo puramente illuminativo, erano previste nel progetto originario”, ha sottolineato. Secondo Satta, un approdo per yacht di grandi dimensioni sarebbe cruciale per la riqualificazione del territorio e per stimolare l’economia locale.

Le sfide dei marosi

Non si può ignorare, però, che il tratto di costa in questione è frequentemente soggetto all’azione dei marosi, causati dai venti di libeccio e ponente. “Negli anni 2000, le navi della Tirrenia, come la Scatto e la Scorpios, lunghe rispettivamente 115 e 145 metri, erano spesso costrette a invertire rotta e riparare nel porto di Civitavecchia a causa del mare grosso”, ha ricordato Satta, evidenziando le sfide che un porto crocieristico potrebbe affrontare.

Richieste di chiarezza

In conclusione, Satta ha ribadito che l’idea di trasformare il porto turistico in uno scalo crocieristico “appare dunque irrealizzabile senza un’adeguata valutazione delle caratteristiche del luogo e degli interventi necessari per renderlo sicuro e funzionale”. Ha quindi richiesto un piano progettuale realistico che consideri le peculiarità di questo tratto di costa, auspicando un approccio più consapevole e informato per il futuro del porto di Fiumicino.

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