Follini esorta l’Unione Europea a unirsi e rafforzarsi per fronteggiare le sfide globali

Follini avverte dell’instabilità geopolitica e dell’importanza di un’Unione Europea coesa per affrontare le sfide globali in un contesto internazionale in rapido cambiamento.
"Follini invita l'Unione Europea a unirsi per affrontare le sfide globali." "Follini invita l'Unione Europea a unirsi per affrontare le sfide globali."
Follini invita l'Unione Europea a unirsi e rafforzarsi per affrontare le sfide globali nel 2025

Il commentatore Marco Follini ha recentemente sollevato importanti interrogativi sulla situazione geopolitica attuale, evidenziando la necessità di un’Unione Europea unita e robusta per affrontare le sfide globali. Nel suo articolo del 9 marzo 2025 pubblicato su Adnkronos, Follini esamina un contesto internazionale in rapida evoluzione, dove le distanze tra le potenze mondiali diventano sempre più evidenti e instabili.

Un mondo in trasformazione

Follini delinea un panorama internazionale segnato da una crescente instabilità. Le relazioni tra le nazioni, un tempo ben definite, ora oscillano in modo imprevedibile. Questo cambiamento repentino mina le certezze di un sistema globale che, fino a poco tempo fa, appariva solido. Le potenze emergenti si avvicinano, mentre le due sponde dell’Atlantico, storicamente unite, sembrano allontanarsi, dimentiche della loro storia condivisa. Per chi ha sempre creduto nel legame atlantico, il futuro si prospetta difficile e incerto.

L’allontanamento tra Europa e Stati Uniti non è una questione superficiale, ma riflette tendenze più profonde, finora celate da una retorica di buoni sentimenti. Follini osserva che la recente vittoria di Trump ha messo in luce due stati d’animo contrastanti: una rinnovata ambizione imperiale da un lato, e un ritorno a forme di isolazionismo dall’altro. Questo scenario si traduce in un “impero provinciale”, ricco di pretese ma carente di responsabilità.

Le conseguenze per l’Europa

Secondo Follini, l’Europa rischia di diventare la prima vittima di questa nuova deriva. È evidente la crepa che si sta formando tra le diverse correnti dell’europeismo. Da un lato, ci sono coloro che propongono un nuovo spirito comunitario, capace di riscoprire le virtù del dopoguerra; dall’altro, chi cerca di inseguire gli Stati Uniti, sperando in un improbabile ritorno all’unità atlantica. Alcuni, invece, sembrano illudersi di poter affrontare le sfide globali in ordine sparso, mentre altri attendono semplicemente tempi migliori.

Queste aspettative, seppur comprensibili, non si allineano con la realtà. La nuova America che si sta delineando dopo l’insediamento di Trump non è una fase temporanea, ma una trasformazione strategica destinata a influenzare profondamente gli equilibri globali. L’Europa, quindi, si trova di fronte a un bivio cruciale, dove sarà fondamentale evitare di radicalizzare ulteriormente i rapporti con gli Stati Uniti.

Una nuova strategia di difesa

Follini sottolinea che la frattura attuale comporta inevitabilmente delle conseguenze strategiche. L’Europa dovrà assumersi la responsabilità di sviluppare una propria strategia di difesa, un compito che fino ad ora era stato delegato agli alleati americani. Questo tema è diventato centrale nel dibattito politico europeo, con la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che cerca di trovare un consenso tra i vari paesi membri.

In questo contesto, l’Unione Europea deve unirsi e rafforzarsi, abbandonando egoismi nazionali e illusioni ireniche. Non si tratta di prepararsi a una guerra, ma di evitare di diventare un bersaglio facile per le aggressioni di un mondo che cerca di sfruttare le debolezze altrui. Follini conclude con una potente metafora: l’Europa si trova in un saloon, e non può permettersi di girare armata solo di ottimismo, mentre gli altri avventori potrebbero avere intenzioni meno pacifiche.

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