Condanna e riflessioni sul fenomeno mafioso a Roma
La recente sentenza della Corte di Assise di Roma , che ha inflitto l’ergastolo a Raul Esteban Calderon, ha riacceso un acceso dibattito riguardo al fenomeno mafioso nella Capitale . La giornalista Francesca Fagnani, riconosciuta per il suo impegno nel documentare le dinamiche criminali romane, ha espresso le sue preoccupazioni riguardo alla sentenza, evidenziando una persistente resistenza culturale nel riconoscere comportamenti mafiosi all’interno della città .
Il caso di Fabrizio Piscitelli
Il verdetto, emesso il 25 marzo 2025, si riferisce all’omicidio di Fabrizio Piscitelli, noto come ‘Diabolik’, assassinato il 7 agosto 2019. Nonostante le prove di un sistema criminale ben strutturato, i giudici hanno scelto di non applicare l’aggravante del metodo mafioso , una decisione che ha sollevato le perplessità di Fagnani . “Questa sentenza mi lascia perplessa”, ha dichiarato, “soprattutto considerando che omicidi come quello di Piscitelli e di Shehaj a Torvajanica , insieme al tentato omicidio dei fratelli Costantino, sono tutti legati a un medesimo gruppo operativo”.
Il ruolo di Calderon nel sistema criminale
Fagnani ha sottolineato come Calderon non fosse un semplice gregario, ma un elemento di spicco all’interno di questo sistema criminale , parte integrante del gruppo guidato da Giuseppe Molisso e Leandro Bennato, che deteneva un vero monopolio sulla droga a Roma . “Calderon era tra gli uomini di maggiore fiducia di questo gruppo”, ha aggiunto la giornalista, mettendo in evidenza la gravità della situazione.
Una riflessione sul contesto mafioso
Il suo intervento va oltre l’analisi della sentenza, estendendosi a una riflessione più ampia sul contesto mafioso romano , che continua a manifestarsi in modi sottili e insidiosi. Secondo Fagnani , la mancanza di riconoscimento di tali dinamiche da parte delle istituzioni giuridiche rappresenta un ostacolo significativo nella lotta contro la criminalità organizzata .
Prospettive future
In un clima in cui la criminalità sembra radicarsi sempre di più, il commento di Fagnani offre uno spunto di riflessione su come la società e le istituzioni possano affrontare il problema, partendo dalla consapevolezza della sua esistenza e delle sue manifestazioni. La condanna di Calderon , pur rappresentando un passo avanti, solleva interrogativi su quanto ancora ci sia da fare per combattere efficacemente il fenomeno mafioso a Roma e nel resto d’ Italia .