Il celebre produttore piemontese, Angelo Gaja, ha recentemente sottolineato l’importanza delle varietà autoctone nel contesto vinicolo italiano, durante il 44° Forum della cultura dell’olio e del vino, un evento promosso dalla Fondazione Italiana Sommelier (Fis). Gaja ha definito le varietà indigene come una vera e propria “riserva aurea”, paragonandole a un “Fort Knox” da proteggere e valorizzare. Secondo la sua visione, l’Italia ha saputo armonizzare con successo le varietà internazionali con quelle autoctone, creando un patrimonio vinicolo unico al mondo.
Il valore delle varietà indigene
Durante il suo intervento, Gaja ha messo in evidenza come le varietà autoctone costituiscano una ricchezza inestimabile per l’Italia, frutto di decenni di tradizione e innovazione. Sul territorio nazionale, si possono trovare vigneti che ospitano oltre 300 varietà indigene, ognuna in grado di produrre vini distintivi e sorprendenti. Questa diversità, secondo Gaja, offre un’opportunità unica per realizzare vini senza pari a livello globale. La sua convinzione è che il patrimonio vinicolo italiano debba essere non solo custodito, ma anche valorizzato, per continuare a stupire e attrarre appassionati e intenditori di tutto il mondo.
Appello alla politica
In un momento di grande rilevanza, Gaja ha avuto l’onore di parlare di fronte al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Durante il suo intervento, ha lanciato un accorato appello alla politica italiana e comunitaria, esortando a non soffocare il patrimonio vinicolo con un’eccessiva burocrazia. Ha sottolineato l’importanza di tutelare e valorizzare le tradizioni locali, affinché il settore possa continuare a prosperare e mantenere la sua autenticità. La sua richiesta è chiara: è fondamentale che le istituzioni sostengano le realtà vinicole, affinché possano continuare a crescere e a rappresentare l’eccellenza italiana nel mondo.
Riconoscimento internazionale e ruolo delle cantine
Gaja ha anche evidenziato come, mai come in questo periodo, il vino italiano stia ricevendo un riconoscimento chiaro e positivo a livello internazionale. La qualità media dei vini italiani è notevolmente aumentata, grazie anche al lavoro delle cantine di dimensioni medio-grandi, che hanno saputo aprire le porte ai mercati esteri. Tuttavia, ha ricordato che l’80% della produzione vinicola italiana è rappresentato da cantine medio-piccole, oltre 30.000 in totale, che giocano un ruolo cruciale nel settore. Queste realtà non solo contribuiscono all’economia locale, ma realizzano anche il sogno di molti giovani che desiderano trasferirsi in campagna e avviare la propria attività vinicola.
Il messaggio di Gaja è inequivocabile: l’Italia del vino possiede un potenziale straordinario, ma è essenziale che venga sostenuta e valorizzata per continuare a prosperare nel panorama internazionale. La sfida consiste nel mantenere viva la tradizione, senza dimenticare l’innovazione, per garantire un futuro luminoso a questo patrimonio inestimabile.