Garlasco, la Procura di Pavia riesamina tamponi di Chiara e impronte nella cantina

riapertura del caso Poggi: nuove analisi su Dna e impronte per chiarire l’omicidio del 2007 a Garlasco e possibili responsabilità di Andrea Sempio.
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Garlasco, aggiornamenti sul caso Chiara: la Procura di Pavia analizza nuovi tamponi e impronte nella cantina

La Procura di Pavia ha deciso di riaprire il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007, con l’obiettivo di rivedere i tamponi e le impronte digitali raccolte all’epoca del delitto. Grazie ai recenti progressi nella tecnologia di rilevamento del Dna, potrebbero emergere nuovi elementi in grado di influenzare l’andamento dell’indagine.

Il 20 marzo 2025, il procuratore Fabio Napoleone ha annunciato che i campioni conservati presso il Dipartimento di medicina dell’Università di Pavia, insieme alle impronte digitali rinvenute nella villetta di via Pascoli, saranno sottoposti a un’analisi approfondita. Questi elementi erano già stati esaminati dal Ris di Parma, ma ora, grazie ai nuovi kit, si spera di ottenere risultati inediti. Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007, ha visto il suo fidanzato Alberto Stasi condannato a 16 anni di carcere per il delitto, ma ora l’attenzione si sposta su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, il cui coinvolgimento era stato archiviato otto anni fa.

Nuove prospettive sul Dna

La Procura sta cercando di ottenere l’autorizzazione del gip per approfondire le indagini. L’ipotesi iniziale suggerisce che il Dna trovato sulle unghie di Chiara possa essere compatibile con quello di Sempio, indicando un possibile contatto diretto tra i due. Tuttavia, questa conclusione è stata già smentita dalla perizia che ha portato alla condanna di Stasi. È fondamentale notare che il Dna in questione appartiene al cromosoma Y, il che rende impossibile un’identificazione certa.

L’obiettivo è riesaminare tutte le impronte non riconducibili a carabinieri, soccorritori o familiari, per verificare se Sempio possa essere stato in contatto con oggetti toccati dall’assassino. Gli inquirenti si concentrano in particolare sulla porta della cantina, chiusa dal killer per occultare il corpo di Chiara. Nonostante la porta sia stata portata nei laboratori del Ris, non sono state trovate impronte utilizzabili.

Tracce cruciali e impronte scomparse

Un altro aspetto cruciale dell’indagine riguarda le tracce rinvenute sul dispenser portasapone nel bagno, dove, secondo la sentenza, l’assassino si sarebbe lavato. Sebbene il dispenser sia stato distrutto, i para-adesivi potrebbero aver catturato impronte di Stasi, insieme ad altre tracce non identificate. Le impronte di Stasi, unite alle scarpe insanguinate trovate sul tappetino del bagno, sono stati elementi chiave per la sua condanna. Tuttavia, Sempio indossa una scarpa numero 44, mentre le impronte di Stasi sono state accertate come numero 42, complicando ulteriormente la situazione.

Con il materiale sulle unghie di Chiara ormai esaurito, rimangono solo i tamponi e pochi altri reperti all’Università di Pavia. La distruzione di alcuni elementi o la restituzione di oggetti di valore alla famiglia della vittima complicano ulteriormente le indagini. Anche i braccialetti indossati da Chiara al momento dell’omicidio, analizzati dal Ris subito dopo il delitto, non hanno portato a risultati significativi.

Questa nuova fase dell’indagine potrebbe rivelarsi cruciale per chiarire i misteri che circondano l’omicidio di Chiara Poggi e per fare luce su eventuali responsabilità non ancora accertate. Gli sviluppi futuri saranno seguiti con grande attenzione, sia dalla famiglia Poggi che dall’opinione pubblica, desiderosa di giustizia.

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