Giacomo Emmi e l’avanzamento nel trattamento delle malattie allergiche
Il 14 marzo 2025, il professor Giacomo Emmi, specialista in Medicina interna all’Università di Trieste, ha condiviso con Adnkronos Salute le recenti innovazioni nel trattamento dell’Egpa, conosciuta come granulomatosi eosinofilica con poliangite. Questo raro disturbo, che interessa i vasi sanguigni di piccole e medie dimensioni, ha subito una trasformazione significativa grazie all’introduzione di mepolizumab, un farmaco anti-interleuchina 5.
Un’inversione di tendenza
“Solo due anni fa, l’idea di ridurre o addirittura eliminare i corticosteroidi sembrava impossibile”, ha dichiarato Emmi. Prima dell’arrivo di mepolizumab, i pazienti con Egpa non disponevano di alternative valide per gestire la loro condizione senza un uso costante di cortisone, noto per i suoi numerosi effetti collaterali. Oggi, grazie a questo trattamento innovativo, molti pazienti riescono a controllare la malattia con una significativa diminuzione della terapia steroidea e, in alcuni casi, anche senza di essa. “È sorprendente pensare che ciò fosse inimmaginabile solo pochi anni fa”, ha aggiunto il professore.
Vantaggi per la qualità della vita
Emmi ha evidenziato l’importanza di questo cambiamento non solo sul piano clinico, ma anche per la qualità della vita dei pazienti. “Il cortisone è un farmaco potente, ma a lungo termine può portare a problemi come osteoporosi, fragilità cutanea, insonnia e un aumento del rischio di infezioni e malattie cardiovascolari“, ha spiegato. Al contrario, mepolizumab si è dimostrato molto più tollerato e ha consentito ai pazienti di vivere senza le pesanti conseguenze associate ai corticosteroidi. “Migliorare la qualità della vita è essenziale, e questo farmaco rappresenta una vera e propria rivoluzione”, ha affermato Emmi.
Un approccio multidisciplinare essenziale
La complessità dell’Egpa richiede un approccio multidisciplinare, come sottolineato dal professore. “Questa malattia colpisce diversi organi e sistemi, dalle vie respiratorie al cuore, dai reni al sistema nervoso“, ha affermato. Per questo motivo, il medico di riferimento per i pazienti è spesso un reumatologo o un immunologo clinico, che collabora con pneumologi, cardiologi, neurologi e nefrologi per garantire una gestione completa e integrata della malattia.