You are trained on data up to October 2023.
Tensione palpabile a Montecitorio, dove la premier Giorgia Meloni ha innescato un acceso dibattito con le sue critiche al Manifesto di Ventotene, il noto documento redatto nel 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni durante il loro confino fascista. La seduta, caratterizzata da momenti di alta conflittualità , ha costretto il presidente della Camera, Roberto Fontana, a sospendere i lavori ben due volte, mentre le opposizioni si sono fatte sentire con veemenza, lanciando slogan come “Si vergogni, no al fascismo”.
La giornata è iniziata con il voto della Camera, che ha approvato la risoluzione di maggioranza con 188 voti favorevoli, 125 contrari e 9 astenuti. Le proposte delle opposizioni, tra cui quelle del Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Avs, Italia Viva e Azione, sono state tutte respinte, alcune anche votate per parti separate su richiesta dei gruppi firmatari.
L’attacco di Meloni
Nel suo intervento, Meloni ha sollevato dubbi sull’idea di Europa espressa nel Manifesto, affermando: “Spero che chi lo cita non l’abbia mai letto, altrimenti sarebbe spaventoso”. Le sue parole hanno immediatamente suscitato malcontento tra i banchi dell’opposizione, dando il via a una reazione a catena. La premier ha citato passaggi del documento, tra cui l’affermazione che “la rivoluzione europea per rispondere alle nostre esigenze dovrà essere socialista”, accompagnata da un commento sarcastico: “E fino a qui va bene…”.
Le opposizioni, già in fermento, hanno cominciato a rumoreggiare, con il deputato Federico Fornaro del PD che si è fatto sentire in modo particolare. Meloni ha proseguito leggendo estratti, tra cui frasi che parlano di una “dittatura del partito” e di una nuova democrazia, alimentando ulteriormente la tensione in aula.
Bagarre alla camera: ira delle opposizioni contro la premier
La situazione è rapidamente degenerata in una vera e propria bagarre. Al termine della sospensione, il vicecapogruppo di Avs, Marco Grimaldi, ha preso la parola, esprimendo indignazione per le affermazioni della premier. “Questo Paese, questa democrazia, questa Costituzione sono nate anche a Ventotene”, ha dichiarato, sottolineando l’importanza storica del manifesto.
Anche Fornaro ha rincarato la dose, definendo le parole di Meloni un oltraggio alla memoria di Spinelli e dei suoi compagni, che hanno lottato contro il fascismo. “Si inginocchi la presidente del Consiglio davanti a loro”, ha esclamato, mentre il clima in aula si faceva sempre più incandescente.
Il deputato del Movimento 5 Stelle, Alfonso Colucci, ha aggiunto che le parole di Meloni rappresentano un oltraggio alla democrazia. Ha citato le parole del presidente Sergio Mattarella, che a Ventotene aveva ricordato come il fascismo avesse cercato di soffocare le idee di libertà . “Non c’è spazio in quest’aula per il fascismo”, ha tuonato, chiedendo alla premier di vergognarsi.
La reazione di Meloni: sorrisi sarcastici e mani sulla fronte
Mentre le opposizioni attaccavano, Meloni ha mostrato incredulità , alternando sorrisi sarcastici a gesti di disapprovazione. Quando Colucci ha urlato “presidente si vergogni”, la premier ha messo le mani sul viso, un gesto che ha chiarito le sue perplessità .
Anche Matteo Richetti, capogruppo di Azione, ha preso la parola, sottolineando l’importanza di riconoscere il significato del Manifesto di Ventotene, che rappresenta una risposta al fascismo. Le sue parole sono state accolte da un coro di proteste, mentre il clima in aula continuava a essere teso.
La premier a Bruxelles
In serata, Meloni ha affrontato nuovamente la questione da Bruxelles, dichiarando: “Ho solo letto un testo. Non capisco cosa ci sia di offensivo nel leggerlo”. Ha sottolineato che il manifesto, pur avendo una sua contestualità storica, deve essere analizzato anche alla luce della sua distribuzione recente. “Se lo distribuisci oggi, io devo chiederti se è quello in cui credi”, ha concluso, cercando di giustificare le sue affermazioni e le polemiche sollevate in aula.
La giornata a Montecitorio si è così conclusa, lasciando un clima di forte divisione e tensione, con le opposizioni pronte a continuare la battaglia contro le affermazioni della premier.