Intervista di Giorgia Meloni al *Financial Times*
Giorgia Meloni, la premier italiana, ha recentemente rilasciato un’intervista al *Financial Times*, dove ha delineato la sua visione sui rapporti tra Italia, Stati Uniti ed Europa. Secondo Meloni, l’idea di dover scegliere tra queste due entità è da considerarsi “infantile” e “superficiale”. La premier ha ribadito che il suo obiettivo primario è la tutela degli interessi nazionali, affermando che farà tutto il possibile per garantire il benessere del Paese.
Il ruolo di Donald Trump
In questo contesto, Meloni ha descritto il presidente americano Donald Trump non come un avversario, ma come “il primo alleato” dell’Italia. La premier ha sottolineato che, essendo lei stessa una conservatrice, si sente più affine a Trump, un leader repubblicano, rispetto ad altri politici. “Capisco un leader che difende i suoi interessi nazionali. Io difendo i miei”, ha dichiarato, evidenziando la sua intenzione di mantenere un legame solido con gli Stati Uniti.
Tensioni nelle relazioni transatlantiche
Meloni ha anche affrontato le recenti tensioni nelle relazioni transatlantiche, sostenendo che è “nell’interesse di tutti” superare queste difficoltà. Ha osservato come alcune reazioni da parte di leader europei nei confronti di Trump siano state “un po’ troppo politiche”, suggerendo la necessità di un approccio più pragmatico e costruttivo.
Un cambio di direzione per l’Italia
Questa intervista segna la prima volta che Meloni si esprime su questioni internazionali in un forum straniero da quando ha assunto l’incarico nel 2022. La sua posizione chiara e diretta potrebbe rappresentare un cambiamento significativo nel modo in cui l’Italia si relaziona con i suoi alleati, specialmente in un periodo di dynamics geopolitiche in continua evoluzione.
Verso un equilibrio tra potenze
In sintesi, la premier Meloni sta tracciando un percorso volto a rafforzare i legami con gli Stati Uniti, mantenendo al contempo un occhio attento alle relazioni con l’Europa. La sua visione è quella di un’Italia che non deve scegliere tra le due potenze, ma piuttosto lavorare per un equilibrio che favorisca gli interessi nazionali.