Le giornaliste italiane si uniscono in un coro di solidarietà nei confronti di Annalisa Bruchi, bersaglio di attacchi da parte di Italia Viva e del suo leader, Matteo Renzi. In un post su Facebook, il gruppo ha messo in evidenza la gravità degli insulti ricevuti dalla collega, descritta come una professionista rispettata e preparata, accusata di essere “appiattita sui voleri della premier” e “ipersensibile alla Meloni”.
Critiche e contraddizioni
Le denunce delle giornaliste non si limitano a questo. Esse hanno sottolineato che gli attacchi provengono da chi, in passato, ha criticato il servizio pubblico, considerandolo non all’altezza delle aspettative. “Questi sono gli stessi che non vogliono rispondere alle domande, ma pretendono di utilizzare i media per promuovere i loro libri”, hanno osservato, evidenziando una contraddizione lampante.
Un tono provocatorio
Il post si chiude con una nota provocatoria: “La prossima volta, invece di dire ad Annalisa Bruchi ‘faccia la Brava’, Renzi potrebbe sempre risponderle tirandole i capelli”. Questa battuta, sebbene scherzosa, riflette la frustrazione delle giornaliste nei confronti di un clima di attacco e intimidazione che, a loro avviso, non dovrebbe trovare spazio nel dibattito pubblico.
Un contesto preoccupante
La solidarietà espressa dalle colleghe di Bruchi si colloca in un contesto più ampio, dove la libertà di stampa e il rispetto per i professionisti del settore sono messi a dura prova. In un periodo di confronto politico sempre più acceso, episodi come questi pongono interrogativi su come venga trattato il lavoro dei giornalisti, specialmente quando affrontano critiche ingiustificate.
Un messaggio di sostegno
La situazione di Annalisa Bruchi non è un caso isolato, ma rappresenta una tendenza preoccupante che merita attenzione e discussione. Le giornaliste italiane, con il loro intervento, hanno voluto inviare un chiaro messaggio di sostegno e di difesa della professionalità nel giornalismo, sottolineando l’importanza di un’informazione libera e indipendente.