Il Consiglio di Stato ha recentemente emesso una sentenza che ha catturato l’attenzione del settore del noleggio con conducente (NCC). Con la sentenza n. 01957/2025, il giudice ha confermato la revoca dell’autorizzazione NCC concessa dal Comune di Sanremo a Mauro Ferri, presidente di ANITRAV e fondatore della federazione MuoverSI. La notizia è stata diffusa da Ivano Fascianelli, presidente dell’Associazione Noleggiatori Area metropolitana di Roma, e si inserisce in un dibattito più ampio sulla territorialità del servizio NCC.
Il principio della territorialità confermato dal Consiglio di Stato
Al centro della questione vi è il principio di territorialità, che stabilisce che i veicoli NCC devono avere una rimessa operativa nel comune che ha rilasciato l’autorizzazione. Fascianelli ha evidenziato che le verifiche condotte dalla Polizia Municipale di Sanremo hanno messo in luce diverse irregolarità: non esisteva una sede secondaria nel comune, la rimessa indicata risultava inutilizzata e il titolare non era iscritto al ruolo dei conducenti della Camera di Commercio di Imperia, come previsto dalla legge regionale ligure. Questi fattori hanno portato il Comune a revocare l’autorizzazione, una decisione confermata in tutti i gradi di giudizio, fino al Consiglio di Stato.
La sentenza sottolinea che la rimessa deve trovarsi nel territorio dell’ente locale, poiché è fondamentale per garantire un servizio ai cittadini del comune autorizzante. Questo servizio è considerato complementare e integrativo rispetto ai trasporti pubblici di linea, siano essi ferroviari, automobilistici, marittimi, lacuali o aerei.
Le conseguenze per il settore NCC
La conferma del vincolo territoriale ha ripercussioni significative per il settore NCC. Infatti, le autorizzazioni rilasciate non possono essere utilizzate per operare stabilmente in altre città, come Roma, dove molti conducenti NCC cercano di lavorare con licenze ottenute da comuni più piccoli, come Sanremo o Leonessa. Questo aspetto è stato oggetto di contestazione da parte di alcuni operatori e dell’assessore alla mobilità di Roma, Eugenio Patanè, che ha proposto una visione più flessibile della normativa.
Tuttavia, il Consiglio di Stato ha ribadito che le leggi riguardanti il trasporto pubblico non di linea devono essere rispettate e non possono essere aggirate per motivi politici o economici. La sentenza rappresenta un precedente significativo, chiarendo che il servizio NCC è destinato a servire la comunità locale e non a sostituire il trasporto pubblico o il servizio taxi in altre città.
La posizione degli operatori NCC e la reazione legale
Gli operatori NCC, guidati da Mauro Ferri e dalla federazione MuoverSI, hanno manifestato il loro disappunto nei confronti della decisione, ritenendo che la normativa attuale sia eccessivamente restrittiva. Nonostante le loro obiezioni, la sentenza ha ribadito che il servizio NCC deve rimanere legato al comune di rilascio dell’autorizzazione. Fascianelli ha espresso gratitudine verso gli avvocati Carlo Cipriani e Arturo Grasso per il loro supporto legale durante l’intero processo, sottolineando che la sentenza chiude definitivamente la questione.
In un contesto di crescente tensione e dibattito, la posizione del Consiglio di Stato è chiara: le leggi devono essere rispettate e le autorizzazioni NCC non possono essere utilizzate per operare al di fuori dei limiti territoriali stabiliti. La sentenza, quindi, non solo stabilisce un precedente, ma riafferma anche l’importanza della legalità nel settore del trasporto pubblico non di linea.