Il fenomeno del dolore cronico in Italia sta assumendo proporzioni preoccupanti, con impatti significativi non solo sulla salute delle persone, ma anche sull’economia. Secondo un’analisi condotta da Censis-Grünenthal, il costo sociale medio annuo per paziente affetto da dolore cronico moderato-severo si attesta a circa 6.304 euro. Questa cifra include costi diretti e indiretti, colpendo non solo i pazienti, ma anche le famiglie e il Servizio sanitario nazionale. L’analisi evidenzia come dalla sofferenza individuale derivi un onere molto maggiore per la collettività , che si traduce in un costo complessivo di ben 62 miliardi di euro all’anno.
L’onere economico per i pazienti
Il dolore cronico determina un’importante pressione economica sui pazienti, costretti a sostenere spese per farmaci, visite specialistiche e altri trattamenti. I dati mostrano che la maggior parte dei costi diretti grava sul Servizio sanitario, ma le spese proprie dei pazienti non sono da sottovalutare. Solo il 646 euro per paziente all’anno viene sostenuto di tasca propria, ma questo pesa notevolmente sui bilanci familiari. La situazione è particolarmente critica per le fasce più vulnerabili: il 76% degli intervistati con reddito basso riconosce che le spese forzate per gestire il dolore incidono pesantemente sulle proprie finanze. Un 70,5% di chi ha redditi medio-bassi si trova in una condizione analoga, rispetto a un 60% per i redditi medio-alti e 48% per quelli elevati.
Ulteriori analisi rivelano anche una disparità di genere; le donne risentono maggiormente di questo peso economico rispetto agli uomini . Inoltre, gli adulti e i giovani sono più colpiti da spese elevate rispetto agli anziani. Questo divario fa emergere una questione cruciale: le politiche sanitarie devono prestare attenzione alle specificità delle varie fasce demografiche per garantire un supporto adeguato.
Impatti sul lavoro e sulla produttivitÃ
L’impatto del dolore cronico si estende oltre le spese dirette, influenzando anche l’occupazione e la produttività delle persone che ne soffrono. Dallo studio emerge che il 40,6% dei lavoratori con dolore cronico ha visto una riduzione della propria capacità lavorativa. Le donne affrontano conseguenze maggiori, con il 46,1% di loro costrette a fare i conti con l’incapacità di mantenere il ritmo lavorativo rispetto al 36,3% degli uomini.
Le limitazioni lavorative sono variabili: il 35,4% degli intervistati ha dovuto prendere malattia; il 30,8% ha chiesto permessi per cure; mentre il 25% ha dovuto ridurre il proprio rendimento. Le reperienze vissute sono evidenti, con molti che hanno cambiato mansione o hanno optato per orari ridotti, compromettendo i propri stipendi. Preoccupante è anche la percezione che il 41,3% dei lavoratori ha del proprio dolore: molti credono che venga considerato un pretesto per mancare dal lavoro.
Rediti in calo e conseguenze economiche
Il dolore cronico non solo influisce sulla vita quotidiana, ma causa anche una contrazione dei redditi. Le stime indicano che le persone affette da condizioni di dolore severo subiscono una diminuzione media del 17% dei loro guadagni. Le donne riportano una riduzione pari al 17,5%, mentre le fasce di reddito più basse vedono una contrazione fino al 22,1%, evidenziando come il dolore colpisca in modo sproporzionato chi già vive una condizione di vulnerabilità economica.
Tali dati pongono chiaramente in evidenza come il dolore cronico non influisca solo sulle spese sanitarie, ma comprometta la capacità delle persone di generare reddito per se stesse e per le loro famiglie. La riduzione della capacità di lavorare è collegata a un decremento delle performance, legato a una diminuzione delle risorse fisiche e mentali dedicate all’attività lavorativa.
Iniziative e risposte al problema del dolore cronico
Negli ultimi quarantacinque anni, Grünenthal ha svolto un ruolo chiave nell’affrontare la questione del dolore in Italia. La General Manager Laura Premoli ha sottolineato l’importanza di rendere visibile il dolore, ascoltando le esigenze dei pazienti e promuovendo una cultura del dolore più consapevole. “È fondamentale ora sviluppare strategie condivise con esperti e istituzioni, per non solo riconoscere la gravità del problema, ma anche per promuovere politiche di intervento che possano alleviare il carico.”
Tra le iniziative in campo, ci sono il numero verde supportato da Siaarti, che mira a facilitare l’accesso alle risorse terapeutiche, e la piattaforma digitale ‘Dimensione sollievo’, una comunità virtuale dedicata alla condivisione di esperienze di vita tra pazienti e caregiver. Questo strumento è concepito per fornire informazioni utili e indirizzare i pazienti verso i centri di terapia del dolore presenti sul territorio, rappresentando un passo importante verso la sensibilizzazione e il supporto attivo per chi vive con dolore cronico.