Il modello Nemo al Senato: il valore del contatto umano nella cura delle malattie rare

evento al senato per promuovere il modello nemo e l’importanza dell’assistenza alle malattie rare attraverso testimonianze e approcci innovativi centrati sul paziente e sulla comunità.
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Il modello Nemo al Senato del 2025: esplorazione del valore del contatto umano nella cura delle malattie rare

Un evento di rilevanza al Senato

Nella storica Sala Caduti di Nassirya, il Senato ha accolto un evento significativo per il settore della salute , con particolare attenzione alle malattie rare . Durante l’incontro, il modello Nemo è stato presentato attraverso le testimonianze di chi vive quotidianamente la realtà di questi centri. Tra i relatori, la giovane Mavi , affetta da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SMA) , che ha avuto l’onore di intervistare il presidente della Repubblica , Sergio Mattarella , lo scorso gennaio.

Un abbraccio di speranza

L’incontro, promosso dal senatore Francesco Silvestro , presidente della Commissione parlamentare per le Questioni regionali , ha trasmesso un messaggio chiaro: la cura delle malattie rare deve essere improntata a un approccio umano e collaborativo. Mavi ha aperto i lavori con una frase toccante: “Per me Nemo è casa”. Queste parole, semplici ma profonde, evidenziano l’importanza di prendersi cura della persona nella sua interezza.

Il modello Nemo , attivo con otto sedi in tutta Italia , si distingue per la sua capacità di porre il paziente e la sua qualità di vita al centro dell’attenzione. Con 134 posti letto, 10 palestre e oltre 400 professionisti, il network ha assistito quasi 20.000 famiglie in 17 anni. Marco Rasconi , presidente dei Centri Nemo , ha sottolineato come la scienza e la medicina possano evolversi, restituendo centralità al paziente e al suo benessere .

Un modello di assistenza innovativo

Il modello Nemo si basa su relazioni a “geometria variabile”, un approccio che si adatta alle specificità territoriali per garantire un accesso equo ai servizi . Luigi Cajazzo , direttore generale dell’ ASST Spedali Civili di Brescia , ha condiviso la sua esperienza, mentre Rocco Liguori , ordinario presso l’ Università di Bologna , ha messo in evidenza l’importanza della formazione e della ricerca nel campo delle malattie neuromuscolari . Paolo Bordon , direttore generale del Dipartimento Sanità e Servizi sociali della Regione Liguria , insieme ad altri esperti, ha contribuito a delineare un quadro chiaro delle sfide e delle opportunità legate a questo modello di assistenza .

Le storie di chi opera nei Centri Nemo sono altrettanto significative. Simona Spinoglio , psicologa e specializzanda in psicoterapia a Milano , e Anna Mannara , nutrizionista di Napoli , hanno raccontato come la loro esperienza personale e professionale si intrecci con il progetto Nemo , dimostrando che la cura va oltre la mera assistenza medica .

Il ruolo della comunità

Un altro aspetto cruciale emerso dall’incontro è l’importanza della partecipazione attiva dei pazienti nella costruzione di un modello di cura innovativo. Anita Pallara , presidente dell’ Associazione Famiglie SMA , e Fulvia Massimelli , presidente di Aisla , hanno sottolineato come la voce dei pazienti debba essere ascoltata e valorizzata. Anche Lisa Noja , consigliere della Regione Lombardia e paziente Nemo , ha rafforzato questo messaggio, evidenziando come il concetto di disabilità debba essere ripensato come una risorsa per la società .

Il ricordo di Giovanni Nigro , ricercatore di fama internazionale e punto di riferimento per le persone con malattie neuromuscolari , ha ulteriormente arricchito l’incontro. I suoi figli, Vincenzo e Gerardo , hanno condiviso l’eredità scientifica e umana del padre, rendendo omaggio a un uomo che ha dedicato la sua vita alla ricerca e al miglioramento della qualità di vita dei pazienti .

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