Scoperta cruciale nel caso di Chiara Poggi
Recentemente, un’importante novità ha fatto emergere nuove prospettive nelle indagini sul caso di Chiara Poggi: è stato identificato un profilo genetico corrispondente a quello di Andrea Sempio. Questo risultato è frutto dell’analisi del materiale biologico trovato sotto le unghie della vittima. I consulenti della Procura di Pavia, Carlo Previderè e Pierangela Grignani, hanno rivelato che uno dei cinque aplotipi esaminati è “perfettamente sovrapponibile” al profilo di Sempio. La consulenza, redatta il 5 febbraio 2024, fa parte delle nuove indagini avviate dopo la riapertura del caso, chiuso nel 2017.
Riapertura dell’inchiesta
La Procura di Pavia ha ottenuto dalla Cassazione l’autorizzazione a riaprire l’inchiesta, sottolineando che il profilo di Sempio è compatibile con quello estratto dai margini ungueali di Chiara. Questo sviluppo è stato in parte influenzato dalla consulenza presentata dalla difesa di Alberto Stasi, già condannato in via definitiva, che aveva avanzato conclusioni simili. La difesa ha presentato una consulenza tecnica del dottor Ugo Ricci, esperto in Genetica Medica, e un’opinione di Lutz Roewer, specialista internazionale in aplotipi del cromosoma Y, entrambe riguardanti la validità del profilo genetico estratto.
Conferma delle analisi
A seguito di queste analisi, la Procura ha incaricato un consulente tecnico, il quale ha confermato le conclusioni già raggiunte dalla difesa di Stasi. Nella relazione di 60 pagine, i consulenti hanno escluso la compatibilità del materiale biologico con i profili di Stasi e Sempio, ma hanno identificato un aplotipo corrispondente al DNA di Sempio, compatibile con i campioni prelevati dalle unghie di Chiara.
Comparazione dei profili genetici
La comparazione dei profili genetici ha incluso anche i risultati di una consulenza precedente del dottor Fabbri, nominato dalla difesa di Stasi durante il primo tentativo di revisione del processo, che aveva dato avvio a una prima inchiesta su Sempio, poi archiviata. Attualmente, una nuova serie di analisi genetiche, che comprenderà confronti con il DNA di Stasi e di altri uomini che frequentavano la villetta di Garlasco, sarà condotta da un perito terzo, Emiliano Giardina. L’udienza per definire l’incarico e i quesiti è stata programmata per il 9 aprile, sotto la supervisione della giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli.
Prospettive future
Questa nuova fase delle indagini potrebbe portare a sviluppi significativi nel caso, riaccendendo l’attenzione su un episodio che ha profondamente segnato la comunità di Garlasco e oltre.