Il Sentiero del Viandante corre per oltre 70 chilometri lungo la sponda orientale del Lago di Como, tra boschi, borghi e scorci sul Lario. Un cammino che intreccia storia, natura e fatica giusta. Da Lecco a Colico, un cammino che non cerca effetti speciali: accompagna passo dopo passo, con la semplicità dei luoghi che hanno ancora qualcosa da dire.
Il Sentiero del Viandante non è nato per il turismo. Era una strada “normale” prima che arrivassero le auto. Un tracciato che serviva a collegare la Valtellina a Milano, passando lungo la sponda orientale del Lago di Como. A usarlo erano viandanti, soldati, contadini, chi trasportava merci o chi semplicemente si spostava a piedi.
Poi, con il tempo, la strada è scomparsa sotto rovi e silenzio. È rimasta lì, dimenticata, finché negli anni ’90 gruppi locali hanno iniziato a ripulirla, un pezzo alla volta. Oggi è uno dei cammini più belli e sottovalutati del Nord Italia. Perché non cerca di stupire. Ti fa solo camminare tra boschi, uliveti, selciati antichi, con il lago quasi sempre accanto.
Settanta chilometri da fare col proprio passo
Il tracciato parte da Lecco e arriva a Colico, lungo oltre 70 km che si possono dividere in 5 o 6 tappe. Oppure percorrere a giornate, anche solo mezza tappa alla volta. La linea ferroviaria Lecco-Colico, sempre vicina, permette di iniziare o fermarsi ovunque, tornando in treno senza problemi.
Leggi anche:
La prima tappa va da Lecco ad Abbadia Lariana. Poco più di sei chilometri. Si parte dal Ponte Azzone Visconti, si lascia l’asfalto e si cominciano a salire scalini tra castagni e mulattiere. Si passa da Malnago e si arriva in paese, dove si può visitare il Museo Setificio Monti e prendersi un caffè sul lungolago.
La seconda tappa, da Abbadia a Lierna, è una delle più panoramiche. Strade lastricate, passaggi tra i boschi, balconi naturali affacciati sul lago. A Lierna c’è il borgo Castello, una spiaggia piccola e bellissima con case in pietra a filo d’acqua. È uno dei punti più fotografati del percorso, ma sul posto è ancora tranquillo.
Poi si arriva a Varenna, una delle mete più note del lago. La tappa da Lierna a Varenna richiede attenzione: 420 metri di salita, 440 di discesa, ma il panorama compensa ogni passo. Da un lato il Grignone, dall’altro le luci di Bellagio e Menaggio. A Varenna si entra in un borgo che sembra uscito da un dipinto. Villa Monastero, con i suoi giardini a terrazza, è imperdibile.
La parte più tosta: salite, castelli e orridi
La tappa che va da Varenna a Dervio è forse la più impegnativa. Dodici chilometri, ma con 700 metri di dislivello positivo. Si passa da Vezio, dove c’è un castello medievale e una vista che ti resta addosso. Poi si attraversa Bellano, famoso per l’Orrido, una gola scavata nella roccia da un torrente che sembra uscito da un film fantasy. Alla fine si arriva a Dervio, che ha una delle passeggiate lungolago più belle del ramo nord-orientale.

Chi continua da Dervio a Piantedo affronta la tappa più lunga: 16 km, con 850 metri di dislivello in salita. Si passa per Dorio, si attraversano faggete fresche, si arriva a Corenno Plinio, un borgo che sembra inchiodato a una roccia. Le scale in pietra, le chiese romaniche, il cimitero con vista sul lago. Sembra finto, ma è tutto vero.
Chiudere da Piantedo a Colico è quasi un premio. Tappa breve, 6 km, tra ulivi, campi coltivati, strade bianche e la luce della parte più ampia del lago. A Colico ci sono Forte Montecchio Nord, il lungolago con vista sull’Alto Lario e tanti motivi per sedersi e restare.
Segnaletica chiara, paesi vivi, accoglienza vera
Il sentiero è ben tenuto. Cartelli arancioni con scritto “Sentiero del Viandante”, segnavia CAI, pannelli con altimetrie e mappe locali. Si può percorrere anche da soli senza guide. Ma sempre meglio avere una traccia GPX salvata offline, se cambia il tempo.
E lungo la strada si trovano posti dove dormire, mangiare, fermarsi. Agriturismi, alberghi, B&B, anche case in affitto. Si mangia quello che la terra e il lago offrono: missoltini, polenta, formaggi della Valsassina, pasta fresca, vino locale, salumi fatti in casa.
Nei weekend o in estate conviene prenotare per tempo, soprattutto nei punti più panoramici come tra Varenna e Bellano o nei ristoranti sopra Dervio.
Un cammino senza filtri, che ti resta dentro
Il Sentiero del Viandante non ha bisogno di essere venduto. Ti basta fare qualche passo, guardarti attorno e ti rendi conto che non stai solo camminando in un posto bello, ma stai facendo un’esperienza che parla anche di te.
Ogni salita, ogni discesa, ogni scorcio ha qualcosa da dire. Non servono parole. Servono fiato, pazienza e silenzio.
Non è un cammino per chi corre. È per chi si ferma. Per chi ascolta i passi. Per chi cerca una bellezza che non si fotografa, ma si porta dentro.