La Francia si trova al centro di un acceso confronto sul sistema di etichettatura alimentare conosciuto come Nutriscore. Questo nuovo metodo, concepito per facilitare le scelte alimentari dei consumatori, ha generato polemiche sia a livello europeo che all’interno del governo francese. Il 10 gennaio 2025, la ministra della Salute, Catherine Vautrin, ha firmato un decreto che introduce un Nutriscore più severo rispetto a quello attualmente in vigore dal 2017, ma la sua implementazione richiede l’approvazione di altri due ministeri.
Approvazione del decreto
Perché il decreto possa diventare operativo, è necessario il consenso dei ministeri dell’Economia e dell’Agricoltura. Quest’ultimo, guidato dalla ministra Annie Genevard, ha espresso preoccupazioni sulle possibili conseguenze della nuova misura. Durante un’audizione al Senato, Genevard ha affermato: “Il decreto necessita della mia firma. Non ho ancora firmato. È una questione che sto esaminando attentamente, poiché voglio comprendere come evitare effetti negativi”. La ministra, originaria del Doubs, ha evidenziato che il Nutriscore potrebbe danneggiare prodotti di alta qualità della tradizione francese, come il formaggio Comté e i salumi.
Critiche all’approccio della ministra
Le critiche nei confronti della ministra Genevard non si sono fatte attendere. L’associazione di consumatori Foodwatch ha manifestato il proprio disappunto, sostenendo che la ministra “coccola le lobby e ignora la salute pubblica”. Secondo l’organizzazione, è cruciale che il governo segua le raccomandazioni scientifiche, piuttosto che piegarsi agli interessi privati. Le affermazioni di Foodwatch evidenziano un crescente scetticismo verso le politiche alimentari, suggerendo che il benessere dei cittadini dovrebbe avere la priorità sugli interessi economici.
Origine e diffusione del nutriscore
Il Nutriscore è stato sviluppato da esperti in nutrizione e introdotto in Francia nel 2017 come sistema di etichettatura volontaria. Da allora, ha trovato applicazione in altri sei Paesi europei. Tuttavia, il tema dell’etichettatura alimentare continua a dividere i 27 Stati membri dell’Unione Europea. Questo sistema di valutazione, che va da ‘A’ (verde) a ‘E’ (rosso), ha guadagnato sostenitori per la sua immediatezza visiva, ma ha anche suscitato critiche per la sua apparente semplificazione del contenuto nutrizionale degli alimenti. I Paesi del Sud Europa, in particolare, hanno contestato il sistema, poiché prodotti emblematici della dieta mediterranea come l’olio d’oliva, il parmigiano e il prosciutto ricevono valutazioni basse come ‘C’ o ‘D’, sollevando preoccupazioni per la loro reputazione e il loro consumo.
Il dibattito sul nutriscore
Il dibattito sul Nutriscore non accenna a placarsi, rimanendo un argomento di grande attualità in Francia e in Europa. Le implicazioni di questa misura non riguardano solo la salute pubblica, ma anche l’industria alimentare, con potenziali ripercussioni sui produttori e sui consumatori. La questione si fa sempre più complessa, mentre i vari attori coinvolti cercano di trovare un equilibrio tra salute, economia e tradizione.