Perquisizioni scandalose in belgio e portogallo
All’alba, una serie di perquisizioni ha scosso Bruxelles e altre città belghe, estendendosi anche al Portogallo. L’inchiesta si concentra sulla sospetta corruzione di eurodeputati da parte di lobbisti associati a Huawei, il noto gigante cinese delle telecomunicazioni. Questa operazione, guidata dalla Procura Federale di Bruxelles, ha visto l’intervento di circa un centinaio di agenti della Polizia federale belga, che hanno effettuato irruzioni in 21 indirizzi sparsi tra Bruxelles, le Fiandre e la Vallonia.
Il quotidiano belga Le Soir ha riportato la notizia, evidenziando che questo caso richiama alla mente le indagini sul Qatargate, che avevano già suscitato scalpore in passato. Il giudice Michel Claise, che si era occupato di quel caso, aveva dovuto interrompere le indagini a causa di legami familiari con l’eurodeputata Maria Arena, una figura centrale, senza che ciò avesse avuto conseguenze per lei, a differenza di altri sospettati come l’ex vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili.
Arresti e sospetti
Secondo le informazioni emerse, diversi lobbisti sono stati arrestati per essere interrogati. Tra i principali sospettati figura un italo-belga noto come V.O., che ha ricoperto per dieci anni il ruolo di assistente parlamentare per due eurodeputati italiani, uno del Partito Popolare Europeo (PPE) e l’altro del Partito dei Socialisti e Democratici (S&D). Le Soir ha rivelato che la presunta corruzione si sarebbe manifestata attraverso regali di valore, inclusi smartphone Huawei, biglietti per le partite dell’Anderlecht (dove Huawei ha una tribuna dedicata) e bonifici per migliaia di euro, alcuni dei quali sarebbero stati trasferiti tramite una società portoghese. Si stima che queste attività illecite siano iniziate nel 2021 e siano continuate fino ad oggi, coinvolgendo circa una quindicina di eurodeputati, attuali ed ex, tutti non belgi. L’obiettivo di queste manovre corruttive sarebbe stato quello di ostacolare gli sforzi degli Stati Uniti per limitare l’influenza di Huawei nel mercato europeo.
La risposta del parlamento europeo
In risposta a queste rivelazioni, il Parlamento Europeo ha dichiarato di “prendere atto” dell’indagine condotta dalla Procura Federale di Bruxelles. Il servizio stampa dell’istituzione ha affermato che il Parlamento “collabora sempre con le autorità giudiziarie” quando richiesto. Questa posizione evidenzia l’impegno dell’ente nel garantire la trasparenza e la legalità all’interno delle sue istituzioni, in un momento in cui la fiducia pubblica è cruciale per il funzionamento delle democrazie europee.
La situazione attuale rappresenta un nuovo capitolo in una saga che continua a sollevare interrogativi sulla trasparenza e sull’integrità delle istituzioni europee, mentre il mondo delle telecomunicazioni si trova al centro di tensioni geopolitiche sempre più complesse.